Nel primo mandato di Trump il vino si è "salvato" dai dazi protezionistici imposti invece alle produzioni europee e francesi in particolare. Le "minacce" legate ai dazi sono tornate, ma cosa succederà è tutto da vedere. Insomma, la parola d’ordine è: aspettiamo. La piccola Doc di Montecarlo è toccata dal problema che diventerebbe tale, visti i rapporti con gli Stati Uniti da parte di diverse prestigiose aziende del colle del Cerruglio. "E’ troppo presto per lanciarsi in previsioni – commenta il presidente dei vini del Consorzio Doc di Montecarlo Gino Carmignani (in foto) – è chiaro che i prodotti di primissima fascia avrebbero, nel caso venissero introdotti i dazi, notevoli difficoltà. Ma non è sicuro niente a poche ore dall’elezione del tycoon come 47^ presidente degli Stati Uniti. Il fatto di essre così piccoli e speciali, per noi di Montecarlo, potrebbe rappresentare un vantaggio. Nel primo mandato, ad esempio, fummo esonerati da questi oneri. Inoltre c’è da registrare un cambiamento di tendenza negli ultimi tempi, con i rossi in calo nel gradimento e con l’exploit invece dei bianchi e delle "bollicine". Staremo a vedere". Ma i timori sono fondati e ovunque. Non dormono sonni tranquilli nemmeno colossi come Montalcino e Brunello, simbolo dell’italianità nel Mondo. Figuriamoci Montecarlo. La famiglia Trump ama il vino toscano. Qusto inciderà. Si ricordano visite speciali: a maggio 2024, ad esempio, Ivanka Trump, figlia del Presidente neo eletto, arrivò nel Granducato. Un punto a favore per il vino toscano e montecarlese.
Ma.Ste.