Una regina inglese o quasi, in terra lucchese. Sicuramente fu la ‘regina dei Bagni’ di Lucca, perché alla sua corte, si presentava tutta l’aristocrazia e la nobiltà, lucchese e inglese ed anche i personaggi illustri di passaggio nella cittadina termale, ammaliati dalla sua cultura e dalle sue buone maniere. Paladina della comunità inglese che nell’ottocento si insediò a Bagni di Lucca, l’irlandese Elizabeth Clotilda Swinny Stisted, fu promotrice del radicamento della chiesa anglicana in una terra storicamente cristiana ma fu anche una ineguagliabile promotrice turistica delle bellezze della Val di Lima nella sua madre patria.
Approdata quasi per caso sul nostro territorio, in compagnia del marito, l’ex colonnello in pensione, Henry Stisted, reduce dalla vittoriosa battaglia di Waterloo contro Napoleone, nel corso del "Grand tour", un viaggio itinerante per l’Europa di gran moda nell’alta nobilità dell’epoca, rimase colpita dalla bellezza e dalla pace di questi luoghi, fino a volercisi trasferire. Arrivata per la prima volta nel 1834, per sfuggire al colera che stava mietendo vittime a Firenze, qua passò diverse estati prima in albergo e poi in affitto presso la villa Brodrick, che infine volle acquistare. E fu grazie alla loro presenza discreta ma cordiale con la gente del posto che la cittadina termale cominciò a popolarsi di personaggi inglesi illustri.
I coniugi Stisted divennero gli ambasciatori migliori di Bagni di Lucca, contribuendo a migliorarne l’immagine oltre confine. Da aprile ad ottobre, vi trascorrevano le vacanze per approfittare del clima mite e della pace che vi si respirava, fino a quando ormai ben inseriti nella società e ammaliati dal posto, decisero di stabilirvisi definitivamente. Nella loro casa, furono ospiti i poeti inglesi Shelley e Byron ma anche altre figure inglesi importanti. E piano piano, Bagni di Lucca, cominciò a brulicare di inglesi, tanto da far nascere l’esigenza di praticare il proprio culto in una terra storicamente cristiana. Non era facile.
Ferma era l’opposizione dell’arcivescovo Stefanelli per la paura di contaminazioni di anime e del pericolo di proselitismo. Ma la signora Stisted, già in buoni rapporti con il duca lucchese Carlo Ludovico, ottenne il permesso di far officiare ad un pastore protestante la funzione nei locali dell’albergo Pellicano e più tardi di poter erigere un proprio luogo di culto purchè non avesse esternamente le sembianze di una chiesa.
Nacque così la prima chiesa anglicana in terra lucchese con le parvenze e il nome di "Palazzo della Nazione inglese", The Palace for the English Nation" nel 1840, realizzato dall’architetto lucchese Pardini, seguito due anni dopo dalla realizzazione anche di un cimitero anglicano dove poter ospitare i resti mortali degli inglesi deceduti ai Bagni di Lucca con i fondi raccolti dai coniugi Stisted tra la nobiltà inglese, insieme ai proventi del libro scritto da Elisabeth, "Letters from the Bye-ways of Italy", dove decantava ai suoi connazionali le meraviglie e le bellezze del nostro territorio. Ed oggi, i loro corpi riposano proprio nel "loro" cimitero anglicano che per tanti anni curarono personalmente.