
Sono ore di intenso lavoro che vedono coinvolti da una parte la Prefettura di Lucca e dall’altro i Comuni congiuntamente al terzo settore e alla Caritas. Tutto ruota intorno all’emergenza riguardante l’arrivo dei profughi ucraini, come già successo a Montecarlo.
Ma rispetto ad altre emergenze umanitaria, anche recenti come l’Afganistan, ci sono delle piccole differenze che non stanno però trovando impreparati gli enti. I Comuni, dunque, dovranno fornire all’Ufficio territoriale del Governo, una mappa riguardante le disponibilità in termini di alloggi abitativi.
Il Comune di Lucca, tra l’altro, ha convocato per lunedì 7 marzo un incontro con le associazioni del territorio proprio per un confronto utile alla fase di organizzazione dell’accoglienza.
E sempre da Palazzo Orsetti fanno sapere che il Comune metterà a disposizione delle persone che arriveranno, il servizio reso dal segretariato sociale. Insomma, tanti soggetti – con il coordinamento della Prefettura – stanno ormai lavorando da alcuni giorni affinché l’arrivo di persone bisognose possa trovare una macchina organizzativa all’altezza del compito.
"Grazie all’ottimo coordinamento della Prefettura – afferma il sindaco Alessandro Tambellini – stiamo eseguendo una mappatura delle strutture disponibili; sappiamo anche che il grosso della comunità delle badanti risiede perlopiù in Versilia, qui da noi possiamo affermare che il rapporto è di un quarto della cifra totale; tuttavia faremo la nostra parte come è giusto che sia in questa fase di profondo dolore per quello che stiamo vedendo accadere in terra di Ucraina".
Saranno sicuramente i familiari di chi lavora in lucchesia, perlopiù donne e bambini, a cercare una via di fuga dai territori colpiti dalla guerra. Alcuni – e qui dipende dalla collocazione delle lavoratrici ucraine in lucchesia – è possibile che riescano a trovare alloggio presso le dimore dei congiunti. Ma è prudente pensare che non tutti saranno nelle condizioni di poter ospitare i parenti. La necessità di procedere a una rilevazione delle strutture idonee a garantire accoglienza a chi proviene dall’Ucraina, si rende quindi indispensabile e proprio per questo, il Ministero dell’Interno, ha decretato che a partire dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, i profughi ucraini potranno accedere ai Cas, i centri di accoglienza straordinaria, nonché al Sai, il sistema di accoglienza integrata "anche se non in possesso della qualità di richiedente protezione internazionale o degli altri titoli previsti dalla normativa vigente per l’accesso". Attenzione sarà riservata, inoltre, ai minori in età scolare che arriveranno sul territorio.
Sarà dunque garantita la protezione internazionale, in quanto si tratta di popolazione che fugge da uno Stato in guerra. Infine una curiosità: l’Italia è, fra i paesi europei, quello che registra il numero più alto di appartenenti alla comunità ucraina.
Maurizio Guccione