
Riportiamo la parte di intervista a Bianca Maria che ci ha fatto capire meglio com’era Bartali, uomo e padre. Com’era Gino come padre? "Papà era schietto, coraggioso e altruista, riservato anche in famiglia. Sinceramente religioso. Molto onesto e determinato: quando aveva un obiettivo in testa lo raggiungeva sempre e questo per noi è stato il suo più grande insegnamento". Cosa faceva Gino dopo il ritiro dallo sport? "In realtà non ha mai smesso di seguire il ciclismo e era attivo nel formare nuovi ciclisti; proprio per le giovani leve aveva una grande attenzione. Una volta addirittura rimproverò un famoso corridore che al termine di una gara scansò con il braccio, sgarbatamente, un ragazzino che gli aveva richiesto un autografo. Amava lo sport nei suoi valori più nobili e li ha testimoniati fino in fondo". Cosa ne pensa dello sceneggiato su Bartali? "Ben fatto, il regista Negrin ha ascoltato anche noi familiari prima di girarlo e mi sono emozionata a vederlo. L’attore Pierfrancesco Favino ha interpretato il carattere di mio padre al meglio".Che legame aveva con la Garfagnana? "E’stato un nonno vicino per mio figlio Giacomo, aveva tanti amici e apprezzava il verde e la quiete. Ho capito che era molto legato a questa terra quando, ormai anziano, mi disse: ‘‘mi piacerebbe morire in Garfagnana’’".