Lucca, 7 dicembre 2024 – Non è passato neanche un anno dal brutale femminicidio di Fornaci di Barga, e mentre Vittorio Pescaglini è stato rinviato a giudizio, attenderà agli arresti domiciliari il processo. I fatti risalgono allo scorso 26 febbraio, quando la povera Maria Batista Ferreira, di 51 anni, fu uccisa a coltellate in mezzo alla strada dal marito, davanti all’albergo dove era andata a vivere dopo aver lasciato la casa dove viveva con l’uomo. Una storia tragica, che scosse e non poco tutta la Lucchesia, sia per la crudeltà che per l’orrore che un paese come Fornaci di Barga ha dovuto vedere. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, quel tragico pomeriggio l’uomo tese una vera trappola alla moglie dalla quale era separato di fatto da qualche tempo. “Vieni fuori dall’hotel e ti do i 3000 euro che mi hai chiesto...“. Ma invece dei soldi passò da casa a prendere un micidiale pugnale con una lama di oltre 20 centimetri e appena la ebbe a portata di mano, davanti all’hotel Gorizia di Fornaci, si avventò come una furia sulla povera Maria Batista Ferreira. Lei accennò un tentativo di difesa, ma venne sopraffatta quasi subito. Nessuna possibilità di scampo.
Morì lì sull’asfalto. A far scattare il proposito omicida, secondo le indagini dei carabinieri, fu un messaggio che la donna aveva inviato il giorno prima al coniuge in cui diceva di non voler più firmare la separazione. La coppia – che si era sposata nel 2004 a Fabbriche di Vallico – doveva firmare l’accordo consensuale martedì 27 febbraio (il giorno dopo il delitto), ma lei ci aveva ripensato: temeva di perdere i diritti sulla casa e la cittadinanza, con il rischio di doversene tornare in Brasile, dove vive la figlia avuta da una precedente relazione.
Lui invece voleva chiudere per sempre quel capitolo della sua vita e non voleva cedere a richieste di soldi. La novità è che Pescag lini , difeso dall’avvocato Gianmarco Romanini, aveva inizialmente richiesto un nuovo interrogatorio, per poter chiarire a mente lucida alcuni punti del brutale femminicidio. Interrogatorio a cui ha poi rinunciato, per chiedere invece di attendere l’udienza agli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico. Richiesta che è stata accolta dal giudice del tribunale di Lucca. Pescaglini lascerà quindi il carcere, in attesa di una sentenza che metta una prima parola fine su questa tremenda vicenda.
E a proposito dell’udienza, dopo lunghe e accurate indagini, il Pubblico Ministero ha deciso di non inserire l’aggravante della premeditazione, ma solo della preordinazione. L’uomo ha sì lucidamente preso il lungo coltello per uccidere la moglie, ma nelle conversazioni sul suo cellulare non c’era traccia di un intento covato nel tempo.