REDAZIONE LUCCA

Femminicidio Maria Batista Ferreira: Vittorio Pescaglini in aula il 7 gennaio

Vittorio Pescaglini, reo confesso dell'omicidio della moglie, affronterà l'udienza preliminare il 7 gennaio.

Vittorio Pescaglini, reo confesso del femminicidio della moglie Maria Batista Ferreira

Vittorio Pescaglini, reo confesso del femminicidio della moglie Maria Batista Ferreira

Vittorio Pescaglini, l’uomo reo confesso del femminicidio della moglie Maria Batista Ferreira, dovrà comparire in aula davanti al gup Antonia Aracri il prossimo 7 gennaio. L’udienza preliminare a porte chiuse servirà a stabilire se Pescaglini può usufruire del rito abbreviato o deve essere giudicato dalla Corte d’Assise di Lucca. La Procura non gli contesta più l’aggravante della premeditazione ma la preordinazione del delitto e quindi Pescaglini (difeso dall’avvocato Gianmarco Romanini) non rischierebbe l’ergastolo: in teoria potrebbe chiedere al gup un rito alternativo che gli garantirebbe uno sconto di un terzo della pena. Ma questa resta più una speranza che un’opzione concreta. A meno di altri colpi di scena.

I fatti risalgono allo scorso 26 febbraio, quando la povera Maria Batista Ferreira, di 51 anni, fu uccisa a coltellate in mezzo alla strada dal marito, davanti all’albergo di Fornaci di Barga dove era andata a vivere dopo aver lasciato la casa dove abitava con lui. Una storia tragica, che scosse tutta la Lucchesia, per l’orrore di questa esecuzione per strada. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, quel tragico pomeriggio l’uomo tese una trappola alla moglie dalla quale era separato di fatto da qualche tempo. “Vieni fuori dall’hotel e ti do i 3000 euro che mi hai chiesto...“. Ma invece dei soldi passò da casa a prendere un pugnale con una lama di oltre 20 centimetri e quando lei comparve davanti all’hotel Gorizia, si avventò come una furia sulla povera Maria Batista Ferreira.

A far scattare il proposito omicida, secondo le indagini dei carabinieri, fu un messaggio che la donna gli aveva inviato il giorno prima, in cui diceva di non voler più firmare la separazione. La coppia – che si era sposata nel 2004 a Fabbriche di Vallico – doveva firmare l’accordo consensuale martedì 27 febbraio, ma lei ci aveva ripensato: temeva di perdere i diritti sulla casa e la cittadinanza, con il rischio di doversene tornare in Brasile, dove vive la figlia avuta da una precedente relazione. Intanto il marito è agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

P.Pac.