Figli di coppie omogenitoriali. L’appello del Tribunale di Lucca: "Si pronunci la Corte Costituzionale"

La Procura aveva impugnato l’atto di registrazione del secondo figlio di due mamme della Versilia. L’avvocato della coppia: "Viviamo in un caos totale, serve una decisione chiara della Consulta".

Figli di coppie omogenitoriali. L’appello del Tribunale di Lucca: "Si pronunci la Corte Costituzionale"

Figli di coppie omogenitoriali. L’appello del Tribunale di Lucca: "Si pronunci la Corte Costituzionale"

Una nuova questione di costituzionalità per il riconoscimento dei figli in una coppia omogenitoriale, sollevata dal tribunale di Lucca. I fatti riguardano una coppia omosessuale della Versilia, che si è trovata coinvolta in un dibattito serrato. Il tribunale di Lucca, con il presidente Gerardo Boragine, ha inviato, con apposita ordinanza, gli atti alla Corte Costituzionale, affichè questa valuti la legittimità costituzionale degli articoli 8 e 9 della legge 40 del 2004, e dell’articolo 250 del codice civile. Il tutto parte dalla registrazione del sindaco di Camaiore del secondogenito di una coppia di donne, nato dopo un percorso di procreazione medicalmente assisitita svolto all’estero. La Procura di Lucca ha impugnato l’atto di registrazione, chiedendone la cancellazione e chiamando in causa il Tribunale di Lucca, che ha richiesto l’intervento della Corte Costituzionale. Per il Tribunale, l’argomento “risente di rilevanti lacune normative” ed in altri casi simili la questione “è stata risolta diversamente in giurisprudenza, registrandosi un orientamento maggioritario contrario ed un orientamento minoritario favorevole al riconoscimento della cosiddetta maternità intenzionale”.

Anche ricordando l’analoga questione di legittimità sollevata dal tribunale di Padova nel 2019, il collegio di Lucca dunque “reputa necessario rimettere nuovamente alla Corte la questione, volendo porre l’attenzione sul disomogeneo intervento dei sindaci come ufficiali di stato civile”, i quali “hanno adottato, nel silenzio del legislatore, soluzioni distinte per casi speculari”: “in alcuni casi hanno rifiutato l’iscrizione anagrafica anche della madre intenzionale nell’atto di nascita”, “in altri hanno ritenuto legittima l’iscrizione”.

Dunque “esiti non uniformi, che danno conto di un’evoluzione del tessuto sociale a cui, nella perdurante inerzia legislativa, non è stata data compiuta risposta”.Senza un orientamento univoco, i giudici lucchesi chiedono quindi alla Consulta di vagliare “la compatibilità costituzionale” della norma laddove “attribuisce alla madre e al padre di riconoscere il figlio, nella misura in cui impediscono al nato con procreazione medicalmente assistita l’attribuzione dello status di figlio” cioè se la condizione di genitore possa valere anche per la “’madre intenzionale’ che, insieme alla madre biologica, abbia prestato il consenso alla pratica di fecondazione”. Oppure se, invece, le norme impongano la cancellazione dall’atto di nascita del riconoscimento compiuto dalla madre intenzionale“. "Credo che questo sia un passo importantissimo - spiega l’avvocato della coppia, Vincenzo Miri -. In questo momento viviamo un caos totale, con Comuni confinanti che si comportano in maniera diversa sulla registrazione dei figli. Serve una risposta chiara e univoca da parte della Consulta".

Iacopo Nathan