Maurizio Guccione
Cronaca

Fine vita, la politica in cerca di risposte. “Dalla Toscana un importante stimolo, ma serve una legge nazionale”

Da politici di area cattolica come gli ex sindaci Olivo Ghilarducci e Alessandro Tambellini passando per Daniele Bianucci il sacerdote don Nando Ottaviani che cita papa Giovanni Paolo II

Lucca, 16 febbraio 2025 – Legge sul fine vita, il dibattito è aperto. Un dibattito caratterizzato dai dubbi di legittimità della legge licenziata dalla regione Toscana e da chi, invece, ne fa una questione di opportunità, o meglio, di civiltà. Abbiamo registrato alcune opinioni, auspicando, peraltro, che questo possa rappresentare il giusto viatico utile a una discussione – anch’essa civile – su un tema che, voluto o meno, è comunque sentito.

“Rimango dubbioso su una legge di carattere regionale – afferma Olivo Ghilarducci, ex sindaco di Capannori, già consigliere regionale in passato ordinario di Statistica all’università di Pisa – perché credo che il tema debba essere affrontato a livello di parlamento e di governo; il rischio che possa esserci un intervento “arcobaleno” con Regioni che vanno ciascuna per conto proprio è da evitare; io sono cattolico ma sento che l’argomento deve essere affrontato in maniera corale, lo accomuno ai temi anch’essi centrali come furono il divorzio o l’aborto; sul fine vita, l’attenzione e il coinvolgimento devono essere massimi e mi auguro che si sia trattato, da parte della Toscana, di una spinta e uno stimolo verso l’attuale Parlamento, anche se non condivido questa forma: tengo poi a rimarcare l’importanza del confronto con il mondo cattolico”.

Ancora un intervento da parte di un cattolico di formazione, l’ex sindaco di Lucca Alessandro Tambellini che però osserva: “Credo che la Regione abbia fatto bene perché rappresenti uno stimolo per il governo e il parlamento – sostiene – che deve recepire, sì, l’esigenza di mettere mano a una legge così importante perché si tratta di un atto di civiltà; capisco il dono della vita e non dobbiamo dimenticare nemmeno il ruolo delle cure palliative, pensiamo però che si tratta di una scelta richiesta da chi si trova di fronte a una gravità comprovata: come per l’aborto, si dovrà lasciare spazio alla volontà delle persone”.

Nettamente a favore il consigliere comunale Daniele Bianucci: “Ho lavorato a contatto con l’associazione Luca Coscioni – afferma – e sono rimasto colpito dell’adesione di tantissimi lucchesi, molti di questi cattolici, perché si tratta di un tema trasversale: è una battaglia di civiltà nel rispetto della singola volontà; ho visto persone di ogni estrazione politica, e, come diceva Romano Prodi, “lo dico anche io da cattolico maturo” quindi trovo giusto quanto legiferato da parte della regione Toscana”.

Sul tema si esprime anche don Nando Ottaviani, sacerdote nelle parrocchie del Compitese: “La posizione della chiesa – ribadisce – è quella di rispettare la vita, dal grembo materno all’ultimo istante, ed è naturale che sia così; mi trovo spesso al cospetto di tante persone: chi si affida alla preghiera affinché possa avvenire una guarigione e comunque il conforto di fronte alla sofferenza e altri che invocano, di fronte al dolore estremo, una fine rapida: non è facile e a volte mi vengono in mente le parole di papa Giovanni Paolo II che, allo stremo delle sue forze, imploro “lasciatemi andare, mi sento abbandonato e ora vado incontro alla morte serenamente”, come a dire, non infierite”.

DON NANDO
Don Nando Ottaviani