Spuntano le prime ‘bandiere bianche’, di chi non ce l’ha fatta o ha capito che non c’erano le condizioni minime vitali per superare commercialmente il periodo post-Covid. Vetrine spente, saracinesche abbassate, cartelli con l’avviso ‘Affittasi’. Non più qualche isolato caso, ma un numero che in questi giorni, in centro storico, si sta facendo drammaticamente consistente. A crollare è stata anche l’attività che non molto tempo fa subentrò alla storica bellissima mesticheria Rossi in via Santa Croce, che scelse di lasciare l’antica sede per trasferirsi vicino al supermercato Coop a S.Anna. Al suo posto, in uno dei fondi più belli della città, era arrivato un negozio di abbigliamento di cui oggi resta solo il ricordo.
Vetrine fasciate in sequenza anche in via Buia, dove è capitolata in questi giorni anche la gelateria vicino alla pizzeria Da Felice, alcune in via Santa Lucia. Altri due locali dietro il coro di San Michele altri in via Santa Croce, diversi in via San Paolino. L’effetto postumo, ma potentissimo, del virus si sta propagando in città, sta ammalando o uccidendo le attività. In questi giorni l’appello con infinita eco è quello ai proprietari dei fondi, affinchè riducano le pretese sui canoni e possano così agevolare una ripartenza altrimenti durissima. C’è il caso del negozio di scarpe in San Paolino, che senza nemmeno chiederlo ha ottenuto uno sconto consistente dal proprietario, conscio di quanto un danno per qualcuno, in questo momento, può diventare alla lunga un danno per tutti, e umanamente sensibile.
C’è il caso dei proprietari dell’ex fondo Ristori, e di altri fondi in città, anche in via Fillungo, che come loro stessi dichiarano, sono andati incontro alle esigenze di un settore in questo momento in forte affanno anche se, purtroppo, per quanto riguarda nello specifico l’ex elegantissima profumeria questo non è stato sufficiente. Esempi da emulare, per una città che tiene duro ma che ce la può fare solo con vero spirito di squadra.
Laura Sartini