REDAZIONE LUCCA

Le foto osé della fidanzatina finiscono sulla chat della scuola. Nove ragazzini denunciati

Sono accusati di divulgazione di pornografia minorile. La vittima ha meno di 14 anni: le foto e i video sono diventati virali

Carabinieri (Foto archivio)

Carabinieri (Foto archivio)

Castelnuovo Garfagnana (Lucca), 24 agosto 2018 - Ancora una volta una ragazzina finisce in un vero e proprio incubo a causa della sconsideratezza di un gruppo di adolescenti e della leggerezza con la quale vengono usati i social network, in questo caso Whatsapp. Immagini sessualmente esplicite che ritraggono la giovane, che non ha nemmeno 14 anni, e che sono finite in giro per tutta la Garfagnana, compresa la chat della scuola da lei frequentata.

A porre un freno alla situazione ci ha pensato la madre della ragazzina, che ha presentato una querela quando è venuta a conoscenza delle immagini osè che stavano girando di telefonino in telefonino.

Del caso si stanno occupando i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castelnuovo di Garfagnana, che hanno denunciato al Tribunale dei Minori nove ragazzi di età compresa fra i 16 e i 17 anni, tutti residenti in Garfagnana, per il reato di divulgazione di pornografia minorile.

L’indagine è partita a febbraio, un po' per le voci di paese e anche per la denuncia presentata dalla madre. Secondo quanto ricostruito, il fidanzatino della ragazza aveva condiviso su una chat di gruppo video e filmati sessualmente espliciti. lei, ovviamente, non ne sapeva niente.

Da quella chat le foto e i video sono poi finiti sulla chat della squadra di calcio di alcuni dei ragazzi ai quali erano state mandate e poi su altre chat fino a quella della scuola della minorenne. Sono bastati pochi giorni perchè quelle immagini diventassero virali. E ormai non c'era più modo di fermarne la diffusione.

Le indagini hanno portato a interrogare molti giovani in qualità di persone informate sui fatti, così da ricostruire la catena della pubblicazione delle immagini.

I ragazzi (che hanno fra i sedici e i diciassette anni: non sono dei bambini) hanno dimostrato di non essere in grado di usare smartphone e whatsapp. per loro era un gioco, evidentemente, invece stavano commettendo un grave reato. probabilmente non si sono nemmeno resi conto della gravità delle loro azioni soprattutto in relazione alla vittima, che può subire un contraccolpo psicologico non indifferente da questa vicenda. Adesso però dovranno comparire davanti a un giudice minorile e forse le loro azioni assumeranno contorni più chiari anche ai loro occhi.

Su iniziativa della Procura, peraltro, accanto al filone penale sono stati aperti procedimenti civili a tutela sia della vittima che degli indagati, con il coinvolgimento dei Servizi Sociali, al fine di guidare i minori e i loro genitori nella comprensione piena delle ragioni e degli effetti dei loro comportamenti.