Frutticoltori in crisi per la siccità e un insetto killer

Produttori alle prese anche con la temuta cimice asiatica. Al via la campagna di Coldiretti e Regione per il trattamento biologico

Migration

Non c’è solo la siccità tra i problemi con cui gli agricoltori devono confrontarsi in questa stagione complicata. A togliere il sonno ai coltivatori è anche la cimice asiatica, un insetto particolarmente dannoso per frutta e ortaggi. Per questo, due giorni fa è iniziata una campagna su larga scala per contrastare la diffusione epidemica della cimice asiatica in modo totalmente biologico, con cinque lanci dell’insetto antagonista, il Trissolcus Japonicus, meglio conosciuto come vespa samurai, da parte del servizio fitosanitario regionale e seguiti da vicino dai tecnici di Coldiretti che ne aveva sollecitato l’attivazione alla Regione. La piana e la Versilia sono tra le principali aree regionali interessate dalla campagna anti-cimice asiatica, insieme alla provincia di Arezzo.

"La cimice marmorata asiatica arriva dalla Cina ed è particolarmente pericolosa per l’agricoltura – spiega Andrea Elmi, presidente di Coldiretti Lucca – perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all`anno a gruppi di 25-28 alla volta che, con le punture, rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto. La lotta a questo parassita è particolarmente difficile perché è in grado di nutrirsi su oltre 300 specie diverse di vegetali, si muove molto per invadere sempre nuovi territori da saccheggiare ed è resistente anche ai trattamenti fitosanitari. La lotta biologica, laddove attuata, e penso alla castanicoltura che da anni combattiamo con il lancio del Torymus, ha dimostrato di essere efficace e sostenibile".

La presenza della cimice asiatica rappresenta un ulteriore elemento di criticità per le aziende agricole che stanno affrontando i continui rincari di materie prime e energia stimati in 14.358 euro. La frutticoltura è tra i settori sicuramente più danneggiati dall’assenza di precipitazioni e soprattutto dalle temperature record con perdite stimate tra il 20 e il 50 per cento tra minori rese e prodotti compromessi. “Anche irrigando le piante da frutto sono in grande sofferenza – continua Elmi –: si raccolgono prodotti più piccoli, scottati dal sole, prosciugati, disidratati ma sempre più spesso non si raccolgo nemmeno perché cadono prima. Di fronte alla tropicalizzazione del clima, che è già in atto, è necessario organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. Per questo servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali. Allo stato attuale le imprese agricole rischiano, hanno già perso o compromesso, il 30 per cento dei raccolti"