
Vinicio Fruzzetti di nuovo a casa
Lucca, 19 aprile 2025 – È tornato a casa ieri pomeriggio Vinicio Fruzzetti, il 78enne dimesso con 41 giorni di prognosi dall’ospedale San Luca dopo l’aggressione a colpi di coltello subita martedì sera in via del Battistero, mentre portava a spasso il cane. Addosso ha ancora le bende a coprire le ferite - una profonda 15 centimetri – causate dalla lama del coltello. A impugnarlo uno dei tre minorenni (due ragazzi di 17 anni e una non ancora quindicenne) rintracciati in meno di 24 ore dalle indagini di polizia e carabinieri e denunciati alla Procura dei Minori di Firenze per rapina e lesioni gravi. Nei loro confronti, al momento, non è stata emessa alcuna misura cautelare, anche se le rispettive responsabilità restano al vaglio della magistratura.
“A dire il vero mi scoccia che nonostante la tempestività con cui le forze dell’ordine sono riuscite a individuare i miei aggressori e a consegnarli alla giustizia - è il commento a caldo di Vinicio Fruzzetti -, questi sostanzialmente si trovino già a piede libero. Che esempio ne possono trarre gli altri giovani? Che chiunque può uscire di casa con un coltello e usarlo nei confronti del primo che passa per rubargli il portafoglio, tanto se poi ti prendono non succede niente”.
Ma al di là dell’amarezza e del dolore alla spalla, il presidente di Aido rimane “forte di spirito“, anche se il ricordo di quegli attimi torna spesso a tormentarlo. “Poteva accadere a chiunque – dice -, anche il questore stesso era passato poco prima da quella stessa strada, dove ogni sera porto a spasso il cane. Io, come tanti. Era impensabile fino a lunedì ipotizzare che potesse succedere una cosa simile a Lucca. Io mi sono accorto che qualcuno mi stava seguendo, ho chiuso l’ombrello anche se il quel momento piovigginava, proprio per avere un qualcosa con cui difendermi in caso si fossero avvicinati. Ma non è servito comunque a risparmiarmi la coltellata alla spalla, e poi le altre due, una volta caduto a terra. Uno dei due ha pure detto ‘ahia’ quando l’ho colpito, ma l’altro era determinato a puntarmi la lama alla gola. ‘Dacci i soldi o ti ammazzo’ mi ha detto. Poi mi hanno aggredito e sono fuggiti, e da quello che ho saputo, si sono ritrovati insieme poco più lontano, quasi come nulla fosse”.
Un episodio fortunatamente a lieto fine, anche se l’accaduto lascia un senso di insicurezza diffuso e tante perplessità nell’intera comunità lucchese. “Mi sono arrivati tantissimi messaggi di solidarietà, ma nessuno tra i familiari dei ragazzi fermati si è fatto sentire, e dubito che lo farà - conclude Vinicio Fruzzetti -. Preoccupa vedere questa deriva nei giovani di oggi, preoccupa sapere che possano uscire con i coltelli in tasca: io mio figlio non l’ho cresciuto così. E il fatto che sia successo, e che sia successo proprio in una città come Lucca, fino a poco fa estranea a questo tipo di violenza, ha veramente dell’assurdo e fa paura”.