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Garfagnana, ricorrenza speciale. Cento anni fa il passaggio di provincia da Massa Carrara a Lucca

Si avvicina il momento delle celebrazioni storiche, visto che il 9 novembre 1923 ci fu il cambio

Garfagnana, ricorrenza speciale. Cento anni fa il passaggio di provincia da Massa Carrara a Lucca

Si avvicina per la Garfagnana una data storica, il centenario del suo passaggio dalla Provincia di Massa Carrara, di cui faceva parte dal 1859, a quella di Lucca. Era il 9 novembre 1923 quando la Garfagnana diventò lucchese dopo 64 anni di dipendenza amministrativa da Massa. Il 23 ottobre 1923 il Consiglio dei ministri, presieduto da Benito Mussolini, aveva approvato lo schema di Decreto con il quale il Circondario di Castelnuovo di Garfagnana veniva aggregato alla Provincia di Lucca. Tale Regio Decreto n° 2490 venne firmato e reso esecutivo da re Vittorio Emanuele III il 9 novembre. La Garfagnana, dunque, composta da 17 comuni, 555 chilometri quadrati di superficie e 42.917 abitanti, passava alla Provincia di Lucca, che aveva allora 409.524 abitanti.

Nei mesi precedenti i 17 Comuni avevano individualmente approvato una delibera in tal senso. Il 23 agosto, ad esempio, era stata la volta del Comune di Piazza al Serchio che, con una delibera di Giunta, presieduta dal sindaco Ugo Vergai, con gli assessori Pietro Quarantei, Emmo Chiari e Nicola Marchiò, e segretario Pietro Pelliccioni, approvava l’unione della Garfagnana a Lucca, mettendo inoltre in evidenza che alcuni uffici importanti, utilizzati dalla popolazione della Garfagnana, come Distretto militare, Tribunale e Ufficio del Genio civile, si trovavano già a Lucca. C’erano però esponenti fascisti della Garfagnana che avevano come riferimento politico il commendator Renato Ricci di Carrara, fiduciario del Fascio per la Provincia di Massa, che remavano contro il passaggio a Lucca.

Nonostante varie situazioni di difficoltà e opinioni negative al passaggio verso Lucca, i favorevoli tennero duro ed una delegazione, capeggiata dallo stesso Giuseppe Bernardini, ottenne di essere ricevuta a Roma dal Duce, dal quale ricevette la promessa di una rapida soluzione del problema, come in effetti avvenne. Tanto era però il rancore accumulato dalla fazione sconfitta, quella apuana, che alcune settimane dopo, il 30 novembre, manifestò ancora il suo malcontento con una feroce aggressione a Giuseppe Bernardini .

Dino Magistrelli