LAURA SARTINI
Cronaca

Geal smentisce l’allarme “Nessun pericolo Pfas la nostra acqua è ottima“

“Greenpeace su un unico campionamento a Lucca ha rilevato una presenza ben al di sotto del limite previsto dalla normativa che entrerà in vigore nel 2026“. Su 800 analisi compiute ogni anno non ci sono evidenze né segnalazioni.

Un attivista di Greenpeace mentre controlla la qualità delle acque

Un attivista di Greenpeace mentre controlla la qualità delle acque

LUCCAGeal spazza via ogni dubbio e, soprattutto, ogni preoccupazione visto che il tema è quello dell’inquinamento da Pfas della nostra acqua. L’allarme era stato lanciato da Greenpeace sulla scorta di recenti indagini che avevano piazzato il nostro Comune capoluogo come il secondo peggiore in Toscana.

“In merito alle informazioni divulgate nel report diffuso il 22 gennaio da Greenpeace sull’asserita presenza di Pfas nell’acqua a Lucca – è la replica di Geal – si conferma che la qualità dell’acqua potabile distribuita sul territorio del Comune di Lucca è puntualmente e costantemente monitorata con oltre 800 analisi all’anno da parte del gestore del servizio idrico integrato Geal, attraverso il proprio laboratorio certificato ed i laboratori esterni anch’essi certificati Accredia, insieme alle autorità ed enti competenti di controllo quali Arpat e Ausl. In particolare, si evidenzia che già nello stesso report di Greenpeace, su un solo ed unico punto di campionamento eseguito a Lucca, il parametro denominato Somma di PFAS espone un valore di 22.7 ng/l e quindi significativamente inferiore ai 100 ng/l, che rappresentano il limite previsto dalla normativa, che si ricorda entrerà in vigore a partire da gennaio 2026“.

“Inoltre – aggiungono i vertici della società lucchese dell’acqua – , nell’ambito del piano di prevenzione e monitoraggio di Geal sull’intero sistema idrico, le analisi eseguite da laboratori accreditati esterni ed incaricati dal gestore, relativamente a questo specifico punto di prelievo indagato da Greenpeace, non ha potuto misurare la presenza di queste sostanze in quanto inferiori al limite di rilevabilità di 10 ng/l e quindi nettamente inferiore al limite di 100 ng/l. Anche dagli enti esterni preposti alla sorveglianza e al controllo, ad oggi non risultano pervenute a Geal segnalazioni o comunicazioni in merito alla presenza di sostanze Pfas nelle acque distribuite nella città di Lucca“.

I Pfas sono i cosiddetti inquinanti “eterni“. Sono composti che, a partire dagli anni Cinquanta, si sono diffusi per rendere resistenti ai grassi e all’acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa. Sull’allarme inquinamento da Pfas dunque Geal, è il caso di dire, getta acqua sul fuoco. Anche perchè “oltre ai controlli già indicati Geal sta elaborando ed aggiornando per tutto il territorio servito il Piano di Sicurezza dell’Acqua, strumento previsto dalla normativa europea (dir. UE 2020/2184), risultando quindi in una fase avanzata di esecuzione rispetto alla scadenza di legge prevista per il 2029“.

“Questa importante attività – spiega la società partecipata del Comune – definisce un sistema integrato di prevenzione e controllo basato sull’analisi di rischio estesa all’intera filiera idro-potabile ed è condotta insieme ai principali enti ed autorità esterne, tra le quali il Comune di Lucca, l’Ausl, l’Arpat e l’Ait, che attraverso un lavoro sinergico di condivisione delle competenze consente di incrementare ulteriormente la sicurezza e la qualità dell’acqua mediante azioni mirate“.

La società lucchese dell’acqua tira dunque le conclusioni: “In definitiva, non sussiste alcun elemento di allarme sulla qualità e la sicurezza dell’acqua potabile distribuita nella città di Lucca“. Perfettamente sintonizzato anche Cispel, Confederazione Italiana Servizi Pubblici Economici Locali, che sulla questione solidarizza con Geal.

L.S.