Meucci
La seconda è che il centenario
della morte
del Maestro deve (dovrebbe) lasciare ‘cose‘ tangibili
sul territorio e, aggiungere
il nome di Puccini al teatro cittadino, è senz’altro una
di queste. Ed è qui che, semmai, le critiche di chi
si oppone alla proposta
di Lazzarini colgono nel segno. Perché, inutile negarlo,
il Comitato per le Celebrazioni pucciniane continua a funzionare a singhiozzo. Ancora nessuno sa quali sono le intenzioni, i progetti e
i programmi per il 2024 – che è ormai già iniziato da
una settimana... – e da quel poco che traspare dai verbali delle sedute del Comitato e che via via vengono resi pubblici, emergono profonde differenze di vedute fra
i membri e il presidente;
al punto che molte delibere vengono respinte. A domande dirette, quei pochi che sanno davvero come stanno le cose all’interno dell’organismo alzano gli occhi al cielo e glissano. Certo, novembre 2024 è ancora lontano e
da quel poco che si è visto l’anno scorso (concerto
di Beatrice Venezi in piazza Napoleone, i Wiener al Giglio...) le premesse per fare grandi cose ci sarebbero tutte. Manca solo di conoscerle, ecco.
E proprio non è un dettaglio. Se quindi Lucca avrà – come è giusto è doveroso che sia –
un teatro intitolato anche
al suo compositore più celebre al mondo, non rpotrà che avere un adeguato programma
di eventi per l’anno puccianiano, corredato poi
da una serie di investimenti
sul territorio capaci
di trasformare queste celebrazioni in qualcosa
di tangibile e in grado
di cambiare verso a Lucca e farne, d’ora in avanti, la vera “Città di Puccini“.
(Se poi qualcuno la pensa diversamente sul nome del teatro ben venga
un dibattito, purché, come accaduto sin qui, civile e propositivo).