“Giù a pera ’otta“. Un nuovo sonetto di Alessandro Meschi

Cadendo dalla bicicletta, l'autore si è sentito umiliato e ha pensato di essere stato malasorte. Tuttavia, grazie all'aiuto dei vicini, è riuscito a rimontare in sella e a pedalare, anche se zoppicante. Una riflessione sulla fortuna e sulla condizione di tanti poveracci.

GIU’ A PERA ‘OTTA

O ‘un son cascato dalla biciletta?

Davant’all’uscio ho messo ‘l piede ‘n tera,

ho scavallato ‘on l’altra gambetta

e son venuto giù com’una pera.

Mi son tutto maolato, e ‘mmi vicini

m’hanno rialzato, ma ‘un istavo ritto.

Uno m’ha fatto anche ‘mmassaggini

ma ‘un ni riuscìa chetassi e sta ‘n po’ zitto.

Che figura di merda. E so’ zoppetto.

Ma vel che conta è stato rimontacci.

Già ero gobbo come Rigoletto,

ora barcollo pure a pedalacci;

E s’anch’io fossi stato maladetto?

A volte mi vien fatto di pensacci.

E a dilla tutta mi fa ‘n cert’ effetto.

Sto su ‘ccoglioni a tanti poveracci.