
L’arcivescovo di Lucca e il suo rapporto con il pontefice ”Tutto il magistero ambientale è stato una grande novità“.
di Francesco Meucci
LUCCA
Monsignor Giulietti, partiamo dall’inizio: qual è il primo ricordo che le viene in mente di Papa Francesco?
"Quello dell’ultima volta che ci siamo incontrati: è stato il 19 dicembre all’udienza per i pellegrini a Roma. E’ stato un momento in cui ancora stava bene ed era molto contento di incontrare il grande popolo in cammino in San Pietro. Gli ho portato la medaglia del giubileo realizzata dalla Zecca di Lucca. E’ stato un bel momento davvero e quindi l’ultimo ricordo che ho di lui è di un uomo ancora vivace e felice di incontrare la gente".
E’ il primo incontro con lui quando avvenne?
"Quando ero vicario generale di Perugia e lui era stato eletto da poche settimane: fu molto emozionante incontrare un Papa nuovo, un’occasione di quelle che non si dimenticano mai".
La figura di Papa Francesco è senz’altro molto complessa. Secondo lei che tipo di pontefice è stato? Innovatore, conservatore, progressista...
"Diciamo anzitutto che papa Francesco ha portato un punto di vista nuovo. Venendo da un altro continente, dal Sud del mondo, per la prima volta abbiamo avuto un Papa che era ha diretto contatto con i poveri del mondo. Dopodiché nella chiesa non ci sono rivoluzioni, tutto quello che viene è uno sviluppo di cose che maturano pian piano. E i papi ne intercettano alcune".
Papa Francesco quali?
"Ad esempio tutto il magistero ambientale è stato sicuramente una grande novità per la Chiesa. Eppure, anche questa non è una cosa del tutto nuova: se si legge l’enciclica ‘Laudato Sì‘ si scoprono un sacco di citazioni di vescovi, patriarchi, papi precedenti. Così come in tutti i suoi documenti ci sono tantissime citazioni e anche questa è una novità rispetto ai pontefici precedenti. Francesco fa vedere che lui riassume e porta a sintesi pensieri anche di altri. Ecco, diciamo che senz’altro ha portato avanti alcune questioni nella vita della Chiesa, lasciando a chi verrà dopo di lui il compito di portarle a ulteriore maturazione. Questa è la visuale corretta quando si parla di papi".
Papa Francesco ha offerto una visione critica dei tempi in cui viviamo. Parlando di ambiente, ma anche di poveri e ultimi, ha sempre condannato il capitalismo feroce che segna la nostra epoca. Il prossimo pontificato dovrà proseguire in questo solco.
"Questa visioni non nascono dal nulla, ma nascono perché succedono delle cose. Ricordiamoci di papa Giovanni Paolo II che aveva portato avanti una grande riflessione contro il nazismo e gli orrori dei totalitarismi, adesso le attenzioni della chiesa, e non solo quelle del Papa, sono prese da altri aspetti".
Ad esempio?
"Il tema delle diseguaglianze e del capitalismo selvaggio sono cose che accadono nella nostra epoca e di conseguenza il prossimo Papa non potrà non dire niente su questo. D’altronde, il magistero del Papa di volta in volta dà delle indicazioni per rispondere alla realtà".
Ci racconti com’è Roma in questi giorni.
"Giovedì ero in pellegrinaggio con i diaconi della diocesi e siamo entrati in San Pietro in modo inaspettatamente rapido. Eravamo dentro neanche in mezz’ora passando controlli per la sicurezza rigidissimi, ma ben organizzati. La gente alla fine non è tantissima, anche perché ci sono pochi turisti e quindi si vive un atmosfera di grande raccoglimento e partecipazione. Chi è a Roma in questi giorni c’è per motivi di fede e questo colpisce, moltissimo".
Ci sono anche mille giovani lucchesi assieme a tutti gli altri per il giubileo degli adolescenti.
"Si stanno arrivando, li raggiungerò intorno a mezzogiorno (di ieri, si intende; ndr)".
Resterete a Roma anche per i funerali
"Sono due cose parallele. I funerali non saranno partecipati dai ragazzi che hanno invece un loro programma: le porte sante, le confessioni, i momenti di preghiera. Saranno due cose che si influenzeranno a vicenda, ma non credo che domani (oggi per chi legge, ndr) a San Pietro ci sarà la presenza dei giovani. Anche, perché, ricordiamolo, sono tutti piccoli: dai 12 ai 17 anni. Certo, non si potrà tener conto che a Roma ci sono oltre 120mila ragazzi...".
In conclusione, facciamo qualche ipotesi sul nuovo Papa...
"Io saprò chi è il nuovo Papa quando si affaccerà dalla finestra. Che si deve dire, aspettiamo e vedremo. In questo momento se ne dicono tante...".
Immaginiamo. Però questa sarà un’elezione su cui sono puntati tutti gli occhi del mondo.
"La chiesa ormai è sempre più universale, questo è un dato di fatto. Gli equilibri si spostano. La nostra è una civiltà demograficamente in calo, mentre ci sono società come l’Asia e l’Africa dove i fenomeni sono diametralmente opposti: grande natalità e forte vocazione. E’ chiaro che le varie componenti ecclesiali hanno pesi diversi".
Si parla però di un papa italiano...
"Staremo a vedere. Certamente va detto che se ci sarà un papa italiano, non lo avranno eletto gli italiani".