Lucca, 17 luglio 2016 - Come sempre è un errore fare di ogni erba un fascio: eppure è altrettanto vero che di fronte ai tanti episodi che capitano, ci assale quel senso di rabbia misto a impotenza legato a vicende che davvero non riusciamo a capire, né a digerire. Parliamo dei mali della giustizia: tanti, sicuramente troppi. E purtroppo non importa guardare a quello che succede in tutta Italia, basta vedere ciò che accade qui in lucchesia. Com’è possibile che dopo due soli giorni, l’uomo accusato di omicidio preterintenzionale per aver causato la morte del suo vicino di casa dopo avergli sferrato un pugno che l’ha fatto cadere a terra battendo la testa, sia già agli arresti domiciliari?
E’ davvero normale tutto questo? Di sicuro è difficilmente comprensibile, soprattutto da quei cittadini che si comportano bene e continuano ostinatamente ad avere fiducia nelle istituzioni. Ma di cose che non funzionano nella magistratura e nei tribunali ce ne sono a bizzeffe: prendiamo un caso sollevato tempo fa dal nostro giornale. Lo sapete che per colpa del ministero, le persone impegnate praticamente ogni giorno nel delicatissimo compito della traduzione delle intercettazioni telefoniche e ambientali collegate alle indagini della Procura di Lucca (così come di altre Procure della Penisola) sono lavoratori senza diritti, sfruttati a cottimo, precari, malpagati e costretti persino ad attendere cinque o sei mesi per riscuotere il dovuto?
Per non parlare dei madornali errori di alcuni sostituti procuratori, che non pagano per i loro sbagli: ne sappiamo qualcosa anche qui. Si pensa davvero che, ad esempio, all’ex assessore Chiari possa bastare il rimborso delle spese legali e processuali dal Comune di Lucca per circa 100mila euro, per cancellare l’onta del carcere, essendo poi stato assolto con formula piena, e con lui anche altri? Una cosa è certa: qualcosa non funziona. E si può dire che la giustizia è malata: senza timore di essere smentiti.