“La canzone di Marinella” interpretata da ragazzi e ragazze della media “Barsanti”. Le rose sulla panchina rossa di via Bernini deposte dall’Auser, l’inno alla libertà nelle foto di Elisabetta Gozzini e Maurizio Valentini e nei lavori di alunni e studenti. A Pietrasanta la Giornata contro la violenza alle donne ha parlato tanti linguaggi diversi e a tutte le età, unendo in un’unica voce giovani e meno giovani, istituzioni, associazioni e scuole. "La ‘cura’ di questa tragica piaga – dice il sindaco Alberto Giovannetti – si chiama rispetto. Da coltivare con fermezza nei nostri figli e nipoti, in famiglia e a scuola, nella pratica sportiva, sempre e ovunque. Quando non ci sarà più bisogno di una giornata per ricordarci che le donne non si uccidono, non si picchiano e non si molestano, allora avremo vinto questa battaglia".
Gli studenti della “Barsanti”, con l’insegnante Ilaria Cipriani, hanno interpretato, oltre al brano di De André, il monologo “Violenza sulle donne” di Paola Cortellesi e un brano dal libro “Ferite a morte” di Maura Misiti e Serena Dandini. Lasciando, poi, all’albero dei pensieri, allo skatepark, riproduzioni di scarpette rosse, simbolo della lotta per i diritti delle donne e contro la violenza di genere. Rosse anche le rose che l’Auser ha deposto sulla panchina in via Bernini, davanti al centro civico. "La violenza ha tante forme e tante vittime – ricorda l’assessore all’associazionismo Andrea Cosci – e queste giornate, per quanto dolorose, servono a ricordarcelo". Di rispetto, coraggio e libertà parla anche la mostra inaugurata nella sala delle Grasce: con 32 foto in bianco e nero, tranne un palloncino rosso, Gozzini e Valentini raccontano la tenacia di chiedere aiuto "ma senza ricorrere a immagini esplicite di violenza – spiegano – perché la libertà che vogliamo esprimere è quella mentale, prima che fisica, di denunciare un aggressore e prendersi in mano il proprio futuro". "Una donna uccisa ogni tre giorni, in Italia – dice l’assessore alle pari opportunità Tatiana Gliori – e le parole con cui si raccontano i delitti, che quasi tendono a non colpevolizzare troppo l’assassino, danno la misura di quanto siamo lontani dalla vera parità sociale". La mostra “Perché è la libertà che vince la violenza” sarà aperta fino al 18 dicembre da giovedì a sabato ore 15,30-19,30 e domenica anche 10,30-12,30.
L’altra mostra, “UnA, nessuno, centomila... colori diversi” (fino al 2 dicembre), è allestita in municipio. Il progetto, a cura della materna “Fratelli Grimm”, raccoglie gli elaborati degli alunni di comprensivo Pietrasanta 2, Chini-Michelangelo e Don Lazzeri-Stagi. "Un enorme ringraziamento alle nostre scuole – conclude l’assessore alla pubblica istruzione Francesca Bresciani – che da sempre ci aiutano a portare all’attenzione dei ragazzi, anche quelli più piccoli, temi forti come questo della violenza di genere, agevolando il percorso di educazione al rispetto altrui".