REDAZIONE LUCCA

I cacciatori ora sparano... a zero

Modificate alcune caratteristiche della battuta al cinghiale: è polemica nei confronti dell’Atc 12

Una decisione che ha provocato molte proteste anche da parte dei cacciatori della Piana lucchese. L’ATC 12, Ambito territoriale di Caccia, ha deciso nei giorni scorsi, con apposita votazione, di modificare alcune caratteristiche della battuta al cinghiale. "E’ stato ridotto il numero degli ospiti - spiega Marco Fiori a nome anche dei colleghi che praticano l’esercizio venatorio - , il numero delle persone che pur facendo parte di un’altra squadra potevano essere invitate ed aggiungersi e anche gli accoppiamenti delle compagini che potevano partecipare insieme. Un cambiamento sorprendente che noi contestiamo e sollecitiamo l’organismo provinciale a rivedere il provvedimento".

Le doppiette non ci stanno e invocano anche altre motivazioni a supporto dell’eventuale annullamento: "E’ un controsenso totale, almeno secondo noi, perché così facendo - aggiunge Fiori - saranno abbattuti sempre meno esemplari di ungulati, con il risultato che si produrranno ulteriori danni ai raccolti degli agricoltori, con maggiori probabilità di pericolosi incidenti stradali, quando gli animali sbucano dalla boscaglia e si precipitano nella carreggiata: i veicoli in transito a quel punto non possono più fare niente per evitare l’impatto. Non si può pensare che tutto ciò si risolva senza conseguenze. Chiediamo con grande forza il ritiro del provvedimento. Se tutto ciò è collegato agli ultimi tragici eventi? Non lo sappiamo, però bisogna rianalizzare la questione in maniera complessiva per poter garantire il proseguimento dell’attività". Fin qui la doglianza dei cacciatori. Come si ricorderà, il 30 gennaio scorso, una battuta di caccia al cinghiale sul monte Serra si trasformò in una terribile tragedia, che sconvolse una sessantina di partecipanti all’iniziativa nei boschi sopra l’abitato di Ruota, nel comune di Capannori e l’intero paesino famoso per il presepe vivente.

Un cacciatore della squadra denominata “Baita“, Romano Dal Porto, 68 anni di San Ginese di Compito, venne ferito da un colpo di fucile. L’arma caricata a palle, come prevede il regolamento in battute di “caccia grossa“ al cinghiale, gli provocò una ferita al collo, risultata purtroppo mortale. Una tragedia nata da una fatalità.

Massimo Stefanini