VINCENZO PARDINI
Cronaca

I campi di grano senza papaveri

A Valdottavo, la tradizione della coltivazione del grano viene tramandata dai giovani dal 1992. Dopo la semina e la mietitura, la trebbiatura diventa un rito che coinvolge la comunità. Altri paesi d'Italia stanno seguendo l'esempio.

I campi di grano senza papaveri

A Valdottavo, la tradizione della coltivazione del grano viene tramandata dai giovani dal 1992. Dopo la semina e la mietitura, la trebbiatura diventa un rito che coinvolge la comunità. Altri paesi d'Italia stanno seguendo l'esempio.

Ci sono culture e tradizioni che l’uomo si porta dietro dalla notte dei tempi. Coltivare grano è tra queste. Nel 1992, a Valdottavo, un gruppo di giovani riprese a seminarlo alla stregua dei loro padri. Impegno che da allora non avrebbero più tralasciato, tramandandolo alle nuove generazioni. Dopo la semina e la sorveglianza dei campi durante l’inverno, avviene la mietitura. Un vero e proprio rito, che porta a riscoprire la terra nelle sue essenze più intime. Infine si arriva ai mesi di giugno e luglio, quando i covoni del grano debbono essere trebbiati.

Prima dell’avvento delle battitrici, i pannelli del grano venivano lavorati nelle aie tramite cerchi e bastoni. Una fatica immane che, nel Sud, era svolta con l’ausilio di asini o muli, che giravano in cerchio sul frumento cosparso al suolo. A Valdottavo, la ripresa della prime battitura, nel 1992, fu affidata alla trebbia d’epoca Biagioni, dei fratelli Santini di Fondagno. Composta di varie parti e trasportabile anche a spalle, per anni era stata protagonista nei paesi montani. A Valdottavo le è adesso subentrata la Bubba, macchina dal grande telaio azionata da un trattore Same, pure esso d’epoca. Piazzata nei giorni scorsi in località Le Quadra, ha in breve riversato nei contenitori ben 10 quintali di grano.

Gran festa, dunque, con la partecipazione di persone di ogni età. Intanto, dopo Valdottavo apripista della tradizione, altri paesi d’Italia hanno riscoperto questa coltivazione. Ma quest’anno, forse per le piogge, tra le spighe è mancato l’elemento decorativo: i papaveri rossi.