GIULIA PRETE
Cronaca

I giovani della Cri: "Femminicidi, non possiamo girarci dall’altra parte"

I ragazzi dell’associazione di volontariato inervengono dopo le morti di Ilaria Sula e Sara Campanella: “Due storie che ci riguardano da vicino“.

Ilaria Sula e Sara Campanella, le ultime due giovanissime uccise nel giro di pochi giorni

Ilaria Sula e Sara Campanella, le ultime due giovanissime uccise nel giro di pochi giorni

Dopo gli ultimi, terribili, fatti di cronaca, i Giovani della Croce Rossa Italiana del Comitato di Lucca, rappresentati dal consigliere Nicola Calanchi, hanno voluto esprimere un loro pensiero riguardo alla violenza di genere. "In questi giorni due nomi si sono impressi nei nostri cuori: Sara Campanella e Ilaria Sula - hanno scritto i Giovani, da sempre impegnati in campagne di sensibilizzazione - Due giovani donne, due studentesse, due vite spezzate dalla violenza. Due storie che ci riguardano, che ci toccano da vicino, come volontari, come ragazzi, come esseri umani".

"Non possiamo girarci dall’altra parte. Quello che è successo a Sara e Ilaria è inaccettabile – proseguono - È il riflesso di una società in cui ancora oggi troppe donne vivono nella paura, nel silenzio, nell’indifferenza. Una società in cui l’amore viene confuso con il possesso, e le relazioni diventano gabbie invece che spazi di libertà. Noi Giovani della Croce Rossa non vogliamo limitarci alla commozione. Vogliamo essere parte del cambiamento. Vogliamo costruire, giorno dopo giorno, una cultura fondata sul rispetto, sull’ascolto, sulla parità. Vogliamo educare e formarci, vogliamo parlare, agire, coinvolgere. Vogliamo far sentire la nostra voce".

"E lo facciamo – aggiunge Calanchi - anche concretamente: scendendo in piazza, partecipando e organizzando iniziative pubbliche insieme ad altre realtà del territorio, per dire con forza che la violenza di genere non può più essere ignorata. Perché crediamo che solo attraverso l’unione, la rete e la condivisione si possa davvero cambiare qualcosa".

"Lo dobbiamo a Sara, lo dobbiamo a Ilaria, lo dobbiamo a tutte le donne che non hanno avuto una seconda possibilità – conclude - Ma lo dobbiamo anche a noi stessi, perché una società che non protegge le sue ragazze è una società che ha perso la bussola dell’umanità. Con forza, con empatia, con responsabilità, continueremo a essere in prima linea. Perché ogni gesto, ogni parola, ogni scelta può fare la differenza".