I parapetti dividono. Anche i pareri "Solo in alcuni punti. Poi altre soluzioni"

Il professor Raffaello Nardi interviene nel confronto aperto e si schiera per il “no“ preferendo alcune alternative

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E’ presidente dell’Accademia Lucchese di Scienze Lettere ed Arti, per anni è stato alla guida dell’Autorità di bacino del fiume Serchio e fino a poco tempo fa è stato presidente del Club per l’Unesco di Lucca. Raffaello Nardi (nella foto Alcide) conosce il territorio e conosce la sua città, e proprio per la sua grande sensibilità nei confronti della storia e della cultura è personaggio al quale abbiamo voluto chiedere un parere in merito al progetto del Comune di installazione di parapetti metallici sulla parte interna delle Mura, per la sicurezza.

Nel dibattito ormai lanciato con l’intervista pubblicata alla studiosa Roberta Martinelli, a cui ha fatto seguito quella al direttore della Fondazione Ragghianti Paolo Bolpagni, c’è certamente da premettere un dato o, quantomeno, una riflessione: sulla decisione dell’installazione dei parapetti metallici rischiano di aver avuto un peso alcuni episodi che hanno visto cadute avvenute proprio dalle Mura. L’ultimo dei quali è finito poi a carte bollate.

Professor Nardi, partiamo subito da una valutazione “secca“: sì o no a questi parapetti metallici?

"Se devo schierarmi per un sì o per un no, allora dico no. Non credo che questa sia la soluzione adatta per la passeggiata delle nostre Mura".

Bene, ora entriamo però nello specifico: perché questo no? Non ritiene siano la soluzione?

"Da anni e anni si parla di questo problema. Però vorrei sottolineare un concetto che per me è basilare".

Dica.

"Le nostre Mura non sono un parco giochi. Nel corso dei decenni ciclicamente è emerso il problema della pericolosità delle Mura. Ma il concetto è questo: le nostre Mura sono un monumento e come tale deve essere vissuto. Ripeto, non è un parco giochi dove puoi inserire vari elementi di sicurezza a seconda del tempo e delle stagioni. Se io utilizzo la passeggiata come la nostra d’altronde alla stregua di un parco giochi, rischierò di andare pian piano verso chiusure come avverrà ora con i parapetti metallici".

Ma visto il problema, la soluzione allora quale sarebbe?

"Innanzitutto la consapevolezza di salire su un momumento alto un bel po’ di metri. Una soluzione la vedrei in una cartellonistica, ma serve anche personale che gira sulle Mura e che invita a scendere ad esempio dalle spallette, che controlla e che dà informazioni, anche sulla eventuale pericolosità".

Meglio questo insomma rispetto ai parapetti metallici dunque?

"Sì, secondo me sì. Anche perché pensiamo: se adesso sono considerati fondamentali questi parapetti metallici, tra una decina d’anni cosa sarà necessario? Parliamo per paradosso e sottolineo, faccio un esempio paradossale: se tra dieci anni qualcuno lamentasse la difficoltà di passeggiata per le bici e durante i giorni di pioggia, allora creeremo apposite carreggiate e copriremo le Mura altrimenti non verranno usate? Ripeto, le Mura sono un monumento".

Però alcuni punti sono effettivamente più pericolosi rispetto ad altri. No?

"Certamente e per quelli, e solo per quelli, non sono contrario a qualche parapetto metallico. Ma solo in determinati casi e solo per i punti più pericolosi".

Cristiano Consorti