REDAZIONE LUCCA

I Raspini chiedono i danni. Bufera politica e carte bollate

Il consigliere del Pd Francesco e il padre Gaetano, notaio, hanno chiesto decine di migliaia di euro a un esponente della maggioranza: “Diffamati“.

Il consigliere comunale del Pd Francesco Raspini (foto Alcide)

Il consigliere comunale del Pd Francesco Raspini (foto Alcide)

Finisce a carte bollate in tribunale e con una pesante richiesta di risarcimento danni l’aspra polemica politica scatenata nel luglio scorso da un comunicato dei capigruppo di maggioranza al Comune di Lucca in cui si prendevano di mira l’allora capogruppo Pd Francesco Raspini e il padre Gaetano, affermato notaio. Entrambi hanno infatti presentato nei giorni scorsi una duplice richiesta di risarcimento in sede civile nei confronti del consigliere comunale Lorenzo Del Barga, titolare della mail con cui era stato inviato ai giornali il documento della maggioranza.

“L’80% dei compensi per atti notarili (dalle società partecipate del Comune, ndr) sono stati versati allo studio del padre di Francesco Raspini - capogruppo del Pd - o a notaio a lui associato”, è una delle frasi incriminate contenute nel comunicato del 10 luglio scorso. La maggioranza replicava in quel modo alle critiche ricevute dal Pd per alcuni incarichi affidati dall’attuale giunta Pardini in vari settori, evidenziando una serie di situazioni ritenute poco trasparenti legate alla gestione Tambellini negli anni precedenti.

Francesco Raspini (attuale nuovo Capo di Gabinetto della Provincia) e il padre Gaetano non hanno certo preso bene quelle affermazioni, corredate da cifre e da considerazioni che dipingevano un quadro da loro ritenuto fortemente diffamatorio. E a quanto risulta, i Raspini chiedono adesso al consigliere comunale Del Barga alcune decine di migliaia di euro di risarcimento danni, ritenendosi diffamati da quel documento.

Nei confronti degli altri capigruppo della maggioranza di Palazzo Orsetti che pure avevano sottoscritto la nota incriminata, i Raspini avrebbero scelto invece di una procedura diversa, ovvero una querela per diffamazione, della quale tuttavia al momento non risulterebbero pervenute notifiche agli interessati.

La linea dura delle carte bollate in sede civile in tribunale era già stata scelta da Francesco Raspini anche in un’altra occasione, ovvero in seguito ad alcune accuse lanciate contro di lui da Remo Santini, all’epoca capogruppo di SiAmo Lucca, nell’ottobre 2019: questi fu poi condannato in sede civile dal giudice a pagare 5mila euro di risarcimento danni a Raspini per frasi ritenute diffamatorie.