
La frana sulla Sp 445 a Volcascio, una delle tante di questi giorni
Le fragilità del nostro territorio colpito da frane e smottamenti sono state in parte arginate dagli interventi messi a dimora negli anni. Ma la nostra è una zona “sensibile“, servono soluzioni, sottolinea Confindustria Toscana Nord, per voce del vicepresidente, Tiziano Pieretti. “Superata, si spera, anche questa criticità, è il momento anche per le imprese di fare un bilancio – premette Pieretti –. A onor del vero, il territorio lucchese ha ben retto la prova delle alluvioni ma si è mostrato fragile dal punto di vista geologico“.
“Le frane si sono verificate nella parte montana della provincia, e la Garfagnana ha subito smottamenti, interruzioni o deviazioni di traffico. Dobbiamo un ringraziamento a quanti sono intervenuti nella fase di massima urgenza – evidenzia il vicepresidente di Confindustria –, ma al tempo stesso sottolineiamo che il ripetersi costante di tali eventi in quella zona deve indurre le autorità competenti ad agire in maniera strutturata, consolidando strade e gallerie fuori dal momento di emergenza: anzi proprio per evitare che essa avvenga ormai ogni volta in cui piove in maniera più insistente del normale (fenomeno anche questo che ormai non rappresenta più un’eccezione climatica, ma una costante da gestire). Ci pare superfluo descrivere i vantaggi che una programmata messa in sicurezza di un territorio vasto ed anche importante avrebbe in termini di ricaduta; per gli abitanti, in primis, ma anche per le imprese, per il turismo, per la viabilità alternativa a strade di maggior traffico“.
“Bene, dicevamo, la prova delle alluvioni – osserva Pieretti– : se ci confrontiamo con altre parti di Toscana, anche a noi molto vicine, il sistema fluviale a valle ha tenuto. La regimentazione dei fiumi (a iniziare dal Serchio) ci ha protetti anche stavolta; non si tratta di fortuna, ma del risultato di interventi importanti che nel tempo sono stati realizzati e che oggi mostrano tutta la loro utilità. La cura del territorio tuttavia non si esaurisce con una singola opera, ma è frutto di una cura costante che governi il cambiamento dell’ambiente e ne elida i rischi; come quello che stiamo da tempo segnalando nell’area di Diecimo. Si tratta di una zona sensibilissima dal punto di vista produttivo, e al tempo stesso esposta al rischio di esondazioni e allagamenti per la sua vicinanza al letto del Serchio (dove è emersa un’isola su cui nel tempo è spuntata una fitta vegetazione che potrebbe rappresentare un rischio molto serio in caso di portata eccezionale di acqua). In quest’area, dopo vari solleciti da parte nostra, la Regione ha effettuato una prima opera di messa in sicurezza degli argini che a nostro avviso va, tuttavia, completata“.
“Allo scopo, lo scorso novembre abbiamo affidato a Enio Paris, professore emerito dell’Università di Firenze e membro del Comitato tecnico-scientifico della Regione Toscana per l’alluvione 2023, e all’ingegner David Settesoldi uno ‘Studio per la valutazione del rischio idraulico da collasso arginale in alcune zone delle province di Lucca, Pistoia e Prato’ – fa sapere Pieretti – che analizzerà anche questa porzione di fiume; sarà un report che metteremo a disposizione della Regione e di quanti sono chiamati a garantire la messa in sicurezza del sistema fluviale“. “Sempre in questa ottica – evidenzia – abbiamo colto con soddisfazione la disponibilità immediata da parte del presidente del Consorzio di Bonifica 1 a valutare il pericolo per le aziende e per i lavoratori (oltre ai cittadini) e esaminare le soluzioni di propria competenza che lo possano ridurre. Ci sembra una strada che si muove nel senso auspicato di governare il territorio in maniera ragionata e fondata su analisi serie e dati scientifici”.
L.S.