PAOLO MANDOLI
Cronaca

I segreti del Volto Santo. Individuati strati di diversi colori. E la croce arriva dall’Oriente

I lapislazzuli utilizzati nel primo strato conferivano una colorazione blu alla veste. Sorpresa: la croce è di epoca alto medievale, in castagno e cedro, pianta importata.

I segreti del Volto Santo. Individuati strati di diversi colori. E la croce arriva dall’Oriente

I segreti del Volto Santo. Individuati strati di diversi colori. E la croce arriva dall’Oriente

Dopo un anno dall’inizio della campagna diagnostica e delle prime operazioni di restauro del Volto Santo c’è la conferma delle voci, che ormai circolavano in città dall’inizio dell’estate, relative alle diverse colorazioni della venerata immagine. In realtà il cantiere era aperto dall’autunno scorso. Un iter annunciato il 28 dicembre 2021 e seguito il 18 luglio dello scorso anno dall’allestimento del laboratorio di restauro nel transetto nord della chiesa cattedrale di Lucca.

Dopo l’avvio delle operazioni di messa in sicurezza scattate il 19 settembre 2022 si arrivò il primo dicembre scorso all’estrazione del Volto Santo dal tempietto e quindi alla collocazione della sacra effigie nello stesso laboratorio. Il nostro giornale aveva dato notizia già nell’edizione del 18 luglio scorso ponendo la domanda su quale dovrà essere la colorazione definitiva. Una domanda che obbligatoriamente dovrà trovare una risposta, che si annuncia tutt’altro che facile e scontata, nelle prossime settimane.

E’ ormai evidente che il Volto Santo che siamo abituati a vedere, scuro negli incarnati, nella croce e nella veste, è stato ridipinto più volte nel corso della sua millenaria esistenza, cambiando dunque la sua colorazione originaria. Difficile dire quante siano le colorazioni il cui numero non è uniforme per l’intera effigie. Una prima risposta è attesa dal convegno di oggi nella chiesa di San Giovanni, incontro che inizierà oggi alle ore 10 e andrà avanti fino al tardo pomeriggio. Nell’ambito delle indagini, a integrazione di quelle effettuate a più riprese tra il 2012 e il 2021, sono emersi dati nuovi e importanti, relativi sia al Volto Santo che al tempietto che abitualmente lo custodisce, e che saranno presentati in dettaglio nelle varie relazioni del convegno di oggi.

"Per la comprensione delle policromie che si sono succedute in antico sulla scultura, come pure per le tinteggiature brune applicate a più riprese in epoca più recente sul Volto Santo – è stato detto nella conferenza stampa di ieri mattina – un supporto essenziale è venuto dalle analisi chimiche in corso, che caratterizzano gli strati pittorici nei loro materiali compositivi, comprensivi dei supporti preparatori, pigmenti cromatici e leganti. Queste hanno rilevato i diversi pigmenti impiegati, tra cui spiccano i lapislazzuli utilizzati dal primo strato che conferivano una colorazione blu alla veste. Molti sono stati i leganti individuati, grazie alle indagini chimiche, nei diversi strati pittorici che vanno dalla colla animale, all’albume d’uovo fino agli oli essenziali".

Tra l’altro, per la prima volta, è stata presa in esame anche la croce del Volto Santo, rimasta finora ai margini dell’attenzione, che è documentata per la prima volta in una miniatura, nel codice della Fraternità del Volto Santo dei primi del Trecento. Le analisi realizzate con il Carbonio 14, la rivelano in realtà molto più antica, di epoca altomedioevale come il Cristo. Altra grande sorpresa è giunta dalla analisi delle specie legnose della croce che ha rivelato la presenza nella croce di due legni diversi: castagno per l’asse verticale e cedro per il braccio orizzontale. Mentre il castagno è una pianta di ampia diffusione europea, il cedro venne trapiantato in Europa, dal Medio Oriente, solo nel XVI secolo. Si tratta quindi di un reperto di importazione, il cui utilizzo per la croce del Volto Santo fu probabilmente dovuto a una finalità simbolica, nell’intento di confermare la provenienza dalla Terra Santa di quello che era ritenuto il veridico ritratto del Salvatore scolpito dal discepolo Nicodemo.

Attestano l’antichità della croce, al di sotto della tardiva tinteggiatura scura attuale, anche i diversi strati di colore che la rivestono, ed è stata rilevata la presenza di vere e proprie decorazioni a contorno della figura del Cristo. Così questa campagna diagnostica ha permesso di acquisire nuove importanti informazioni sulla tecnica di realizzazione del Volto Santo: al corpo, ricavato da un unico grande tronco di noce interamente scavato all’interno dalla testa ai piedi, sono innestate le braccia tramite un sistema di giunti (tenoni) che si inseriscono in appositi alloggi (mortasa).

La giuntura delle braccia è rafforzata da una fascia di tessuto mentre l’unione del crocifisso alla croce è garantita da 6 perni (4 in rovere e 2 in cedro che fissano le braccia alla croce sottostante). Confermata l’antichità del Cristo ligneo all’ottavo-nono secolo dalle nuove analisi al Carbonio 14 effettuate sulla fascia di tessuto all’altezza della giuntura del braccio sinistro con il torso del Crocifisso. Sono stati scoperti due interventi di restauro finora sconosciuti dalle fonti: un rifacimento in antico di parte della punta di entrambi i piedi, forse consumati dalla devozione dei fedeli, e un più recente rifacimento di pollice e indice della mano sinistra del Cristo. Sotto lo strato scuro che ora riveste interamente la veste, in corrispondenza del collo e della parte terminale delle maniche si è riscontrata la presenza di dorature con motivi vegetali contornate da una decorazione formata da puntini a rilievo rossi e bianchi.