REDAZIONE LUCCA

Il buccellato del “Taddeucci“ festeggia 140 anni

A tu per tu con Marino. La “fabbrica“ nacque nel 1881 così come il lievito madre che viene tenuto in vita da ben cinque generazioni della famiglia

Quante volte utilizziamo la parola “storico“? Ma quando è davvero il caso di usarla? Beh, diciamo che questa è una delle situazioni in cui non ci possiamo sentire in imbarazzo: cinque generazioni a portare avanti la tradizione, un’attività che è sempre stata nel medesimo luogo, una ricetta che viene tramandata con regolarità e ben 140 anni di storia. Non solo. Qui pare sia stato cliente nientemenoche Giacomo Puccini, fu visitato da Carlo d’Inghilterra a Lucca nel 1986 mentre ad essere omaggiato di tale prodotto fu anche Giovanni Paolo II in Vaticano, e, come si legge nel ricettario, la gastronoma e giornalista culinaria Mimi Sheraton lo ha inserito nel suo libro “I 1000 cibi da mangiare prima di morire“. Beh, se non si può usare la parola “storico“ stavolta...

A festeggiare un doppio traguardo quest’anno è il “Taddeucci“ di piazza San Michele: doppio perché non è solo il negozio a tagliare il traguardo dei 140 anni, ma tale compleanno lo festeggia anche una chicca, un vero e proprio gioiello culinario ovverosia il lievito madre che viene tenuto in vita da ben cinque generazioni della famiglia. E dentro al negozio, che conserva il mobilio originale del 1881, c’è esposto un vecchio proverbio che recita: "Un anda’ a di’ che a Lucca ci sei stato se il buccellato al “Taddeucci“ un’hai mangiato!". A parlarci di questo speciale compleanno è Marino Taddeucci socio insieme ai cugini Federico e Giacomo Fanucchi.

Dunque Marino, al di là dell’antichità del buccellato lucchese, oggi noi possiamo dire comunque che la Fabbrica del buccellato targata Taddeucci è nata nel 1881 e dunque festeggia ben 140 anni?

"Il 1881 è la data di nascita del negozio. In questa sede il nostro antenato Jacopo Taddeucci fonda la fabbrica del buccellato. Anche sull’insegna sono presenti due ciambelle perché il buccellato nasce tondo e ricorda la tromba ricurva degli antici romani: la parte tonda si chiamava “buccina“ da qui buccellum in latino e, a suono, è nato buccellato. Le ciambelle sull’insegna sono tonde e colorate di bianco e rosso, i colori del comune di Lucca".

Un buccellato, quello lucchese, nato come dolce povero, giusto?

"Quello lucchese era un dolce povero destinato a quella popolazione che magari non poteva permettersi di comprare altri tipi di dolce o di mangiare il dolce tutti i giorni e che dunque poteva acquistarlo magari una volta al mese. Così veniva qui e comprava il buccellato, che era buono finché uno riusciva a mangiarlo; cioè, un po’ come il pane: se secca con il pane poi ci si fa la panzanella, se secca il buccellato ci si fa la zuppa con le fragole quindi tutto sommato arricchiva anche quelle tavolate di famiglie numerose".

Nata come fabbrica del buccellato, poi però si è aperta anche ad altri dolci?

"Prima era solo buccellato, poi abbiamo aggiunto brioche, le torte lucchesi, poi il Pan Puccini... La famiglia Puccini ad esempio portò dei fichi della loro casa di campagna per inventare un dolce. E poi abbiamo aggiunto nel 1990 la macchina del caffè".

Dunque Puccini frequentava il “Taddeucci“?

"Puccini, che io sappia, veniva qui, era un cliente come potrebbe essere un vicino di casa".

Quante volte vi avranno chiesto la ricetta segreta?

"Guarda, di segreto ci sono le dosi con cui viene realizzato il buccellato. Diciamo semmai che la cosa più particolare rispetto ad altri magari, è il lievito madre che viene tenuto in vita. Il buccellato tutti i giorni non è mai identico, il lievito madre è un essere vivente dunque risente molto anche il fattore climatico. E’ l’unico essere vivente Taddeucci in vita da 140 anni. Pensa che durante la seconda guerra mondiale il negozio rimase chiuso tre o quattro anni perché mio nonno dovette partire e allora disse a sua moglie che doveva proseguire il lievito madre, dandole poi le dosi “segrete“".

Un aneddoto che ti ha colpito?

"Ti dirò, un giorno un anziano entrò e si commosse perché gli venne in mente quando ancora era piccolo e rimase sorpreso che il negozio non fosse cambiato per niente. Sono quelle cose che ti fanno star bene".

Qualcosa sarà cambiato in 140 anni nell’arredamento?

"Le lampadine a led e la parte del bancone in fondo per inserire la macchina del caffè. Per il resto è uguale al 1881".

Come vi regolate per la vendita in occasione di eventi?

"Da decenni teniamo un diario aggiornato per segnare quanti buccellati abbiamo venduto un giorno in cui c’era un evento, se c’era il sole o se pioveva, cose del genere. Pensa che in passato quando c’era la processione una volta si vendevano 3200 buccellati!".

Come avete affrontato tutto il problema dovuto alla pandemia?

"Sai, questo è un fondo nostro quindi diciamo è andata meglio rispetto ad altre attività".

Cristiano Consorti