REDAZIONE LUCCA

Il centenario di Puccini. Una ’Tosca’ da sold out: "Sarà un’opera autentica che guarda alle origini"

Cavalletti interpreta Scarpia domani e il primo dicembre al Teatro del Giglio. Lucca celebra il Maestro nella data dell’anniversario con due grandi serate .

Il centenario di Puccini. Una ’Tosca’ da sold out: "Sarà un’opera autentica che guarda alle origini"

Massimo Cavalletti torna nella sua Lucca per la ’Tosca’, nei panni di Scarpia

Ci eravamo lasciati con un’intervista a La Nazione in cui il baritono lucchese Massimo Cavalletti nel novembre 2023 annunciava il suo ritorno “in patria” nello spettacolo al Giglio con i Wiener Philharmoniker di Vienna. Il suo sogno era nel titolo, tornare sul palco del teatro lucchese stavolta cantando un’intera opera. Detto fatto. E’ passato un anno esatto e la magia si è avverata: Cavalletti sarà Scarpia nella Tosca da doppio sold out, domani sera (data anniversario della morte di Puccini) e in replica il primo dicembre al Teatro del Giglio. La sfida a questo punto diventa intrigante.

Cavalletti ha altri sogni nel cassetto da tradurre in realtà?

"I sogni li ho sempre, servono a costruire. Uno è quello di lavorare con il maestro Riccardo Muti. Condivido molto del suo pensiero ma per le dinamiche strane di questo mondo non ci siamo mai incrociati sul palco e mi piacerebbe moltissimo. Per il resto mi ritengo un uomo fortunato".

È diventato anche padre.

"Di Cesare, che ha cinque mesi. Per questo motivo i miei genitori venerdì (domani, ndr) non saranno nel pubblico de La Tosca, presi nel ruolo di baby sitter. Ma ci saranno domenica".

Che emozione è tornare nella sua città, e nella città di Puccini, dopo aver calcato i principali palcoscenici nel mondo, e dar vita all’opera del Maestro?

"Un’emozione immensa anche perchè sarà uno spettacolo autentico: niente videoproiezioni, solo macchine sceniche all’opera, quinte che calano dalla graticcia, cambi scena mai finti, fondali in movimento meccanico, attrezzatura minuziosa. Nessun effetto “virtuale“, torna lo spettacolo vero. Persino il cibo che mangerò nella seconda scena sarà vero".

Ci svela qualche altra curiosità di questa Tosca da tutto esaurito?

"Posso anticipare che la scena della tortura del secondo atto sarà a vista per il pubblico, mentre di solito si sente da fuori. E che abbiamo recuperato una pagina di spartito di solito ’dimenticata’ sia sul palco che nelle incisioni famose. Sono 15-20 secondi dopo il celebre “E vissi d’arte“, non molto, ma che secondo me e soprattutto secondo il direttore d’orchestra Herny Kennedy, completano la magia".

Quindi una fedelissima Tosca?

"Anche etichettabile. La definirei uno spettacolo pucciniano di origine protetta".

Un’opera Dop?

"Esatto. Che non a caso dopo Lucca, dove ci auguriamo che possa presto tornare, sarà in tour a Pisa, Livorno, Ravenna e in altre città fino al 2026".

Incontrerà i gusti di tutti?

"Sarà una Tosca luci e ombre come l’aveva pensata Puccini. Chi ha l’orecchio allenato sentirà passaggi più veloci o, al contrario, più lenti e questo perchè abbiamo cercato di portare alla luce la volontà del compositore. In questo anche il regista Luca Orsini ha saputo fare una grande differenza. Ci saranno passaggi di un cantare più intimo con l’Orchestra Cherubini, salvo poi aprire all’esplosione del canto nei momenti voluti dal Maestro".

Che pubblico vorrebbe venerdì e domenica?

"Un pubblico pronto a interagire con noi, a lasciarsi andare all’emozione di fronte a uno spettacolo che non sarà solo la consacrazione di un successo, ma segnerà l’inizio di una nuova “vita“ per l’opera pucciniana".

È vero che il suo piano B nella vita era quello di fare l’ingegnere?

"Da giovane ho anche lavorato per una ditta di impianti elettrici di Guamo, la Sae, anche con incarichi gratificanti di responsabilità. E sono rimasto in amicizia, quando sono a Lucca vado sempre a salutare i proprietari e gli ex colleghi. Sono rimasto una persona normale. Che desidera solo una grande futuro per la lirica e anche per la libertà".

Laura Sartini