FABRIZIO VINCENTI
Cronaca

Il centrosinistra si muove per il ’26. Baccelli e l’ipotesi del campo largo per riconquistare palazzo Orsetti

L’attuale assessore regionale è destinato a terminare l’incarico in Regione nel 2025 e sta già lavorando per l’ipotesi di una candidatura a sindaco nella sua città per strappare il Comune al centrodestra.

Il centrosinistra si muove per il ’26. Baccelli e l’ipotesi del campo largo per riconquistare palazzo Orsetti

Il centrosinistra si muove per il ’26. Baccelli e l’ipotesi del campo largo per riconquistare palazzo Orsetti

Il domani è oggi. Anzi, il 2026 è già oggi. In casa Pd, dopo la bruciante sconfitta patita alle comunali del 2022 che ha riconsegnato dopo 10 anni Palazzo Orsetti al centrodestra, si inizia a guardare alla prossima tornata elettorale. Accantonate le primarie, ormai un ferrovecchio da rottamare un po’ in tutta Italia, il maggior partito di opposizione inizia a ragionare sul futuro. E, al netto di una improbabile rivincita concessa allo sconfitto del 2022, ovvero Francesco Raspini, e della suggestione del ritorno in pista di Alessandro Tambellini, l’unico in grado di governare per due mandati, gli indizi portano tutti (o quasi) a Stefano Baccelli.

L’attuale assessore regionale si avvia a concludere il suo mandato e sta riflettendo sul futuro, stringendo contatti i più disparati. E, soprattutto, a prendere posizioni prettamente politiche, come nel caso della vicenda Geal in cui si è espresso criticamente verso l’amministrazione Pardini, non casualmente, in tandem con il consigliere regionale Valentina Mercanti.

Un ruolo, quello più prettamente politico, dal quale Baccelli si era sostanzialmente tenuto fuori sinora: segno che qualcosa è cambiato e che ora, a differenza di prima, è entrato maggiormente nell’agone politico cittadino in posizione critica verso l’amministrazione Pardini definita "senza una visione".

E del resto, nella stessa intervista di qualche settimana fa al nostro quotidiano, pur non avventurandosi troppo nel futuro, aveva manifestato l’intenzione di continuare la sua avventura politica.

"Sinceramente non lo so, so che la passione politica è una passione incurabile, ma dire ora cosa farò, non lo so davvero", aveva dichiarato. E siccome la matematica non è una opinione, e il suo posto come assessore regionale, al di là dell’esito delle elezioni regionali, sembra essere giunto all’epilogo, non restano che due posizioni da scalare, se si escludono le politiche e un posto alla Camera (dove la concorrenza non manca): o un ritorno a presidente della Provincia, ovviamente con le elezioni dirette e non con l’attuale meccanismo, oppure il sogno del cassetto da sindaco di Lucca. Un incarico da sempre desiderato e dal quale per almeno due volte (in concomitanza con le candidature di Tambellini) si è dovuto (non certo con entusiasmo) tirare indietro. La strategia sarebbe già partita e si chiama campo largo.

Non a caso, sempre nella intervista concessa a La Nazione, Baccelli ha tessuto le lodi della segretaria nazionale Schlein – "Parlare di salario minimo, di scuola pubblica, di sanità pubblica ha pagato e senza questi temi verrebbe meno la ragion d’essere del Pd: il suo approccio è convincente", ha dichiarato – e il messaggio, dopo aver sostenuto alle primarie Bonaccini, è chiaro: fare fronte comune con la sinistra interna. Appunto, il primo passo di un campo largo che va da sinistra al centro, reso più semplice dalla uscita dal partito di un personaggio di spessore ma sicuramente divisivo come l’ex senatore Marcucci. Prima delle comunali, ci saranno le elezioni regionali, e anch’esse un importante banco di prova, anche per capire come si formeranno gli schieramenti interni: accanto ai due consiglieri uscenti (Puppa e Mercanti) si profila l’ombra dell’ex sindaco di Capannori Menesini. E uno dei tre, con tutta probabilità, perderà il treno per Firenze. La corsa è iniziata.