Il "Festival della Canzone". La prima edizione 60 anni fa all’ospedale psichiatrico

Il 20 e 21 agosto 1964 l’inizio della rassegna che andò avanti fino al 1969. Protagonisti erano i tanti degenti e parecchi operatori. Ne parlarono giornali locali e nazionali e anche la Rai.

Il "Festival della Canzone". La prima edizione 60 anni fa all’ospedale psichiatrico

Il 20 e 21 agosto 1964 l’inizio della rassegna che andò avanti fino al 1969. Protagonisti erano i tanti degenti e parecchi operatori. Ne parlarono giornali locali e nazionali e anche la Rai.

Operatori, enti, associazioni, fondazioni, ex degenti e loro familiari ricordano e celebrano in questi giorni l’eccezionale sperimentazione medico-scientifica che, esattamente sessanta anni fa, il 20 e 21 agosto 1964, portò al centro dell’attenzione i trattamenti innovativi e umani praticati nell’ospedale psichiatrico di Maggiano, su tutti il suo strabiliante "Festival della Canzone". Come ricorda, tra le altre, l’Associazione Lucchese Arte e Psicologia (Alap), "in quell’anno si tenne infatti nel complesso di Fregionaia, reso celebre anche dagli scritti dello psichiatra Mario Tobino, il primo “Festival della Canzone“, andato poi avanti fino al 1969, per sei edizioni. Con grande vantaggio per molti ricoverati che traevano anche dalla sperimentale e innovativa “leggera cura“ (arte e musicoterapia) benefici tali da poter essere dimessi, “guariti“. L’innovativo modo di assistere le persone affette dalla malattia mentale, unito ai farmaci di nuova generazione, alla psicoterapia e alle cure mediche, già una ventina di anni prima della Legge Basaglia del 1978, che chiudeva i manicomi, portò alla ribalta i trattamenti praticati a Maggiano. Basati anche sul recupero della figura del paziente come persona e non più come numero o, peggio, come pericolo".

Del "Festival della Canzone", di cui ricorre il sessantesimo della prima edizione, parla tra l’altro accuratamente il libro "Leggera Cura - Quando Maggiano cantava" scritto dallo psichiatra Enrico Marchi, già primario di Psichiatra nella Asl, e dal giornalista Marco Amerigo Innocenti, testo edito da Pacini Fazzi editore e facente parte della collana curata dalla Fondazione Mario Tobino.

A scrivere le canzoni, cantare e suonare sul palco erano i degenti del manicomio, aiutati e coordinati da alcuni operatori della struttura. All’epoca la manifestazione trovava grande spazio nei giornali locali e nazionali e attirava l’attenzione della Rai per documentare lo straordinario, benefico effetto della ludo e musicoterapia sui malati.

La "Settimana della Ludoterapia" che si teneva ogni anno nello psichiatrico prevedeva convegni e giornate di studio sulla malattia mentale, ma il clou era proprio il "Festival" che per buona parte dell’anno teneva attivi, partecipi e impegnati tanti degenti e parecchi operatori dell’ospedale psichiatrico. La musica, il teatro, l’arte, la ludoterapia erano insomma un aiuto fondamentale per curare i sintomi della malattia mentale, come testimonia la copiosa documentazione raccolta, con brani scritti, cantati e messi in musica dagli ammalati per una manifestazione che in quegli anni Sessanta stava ottenendo, attraverso la carta stampata e la Rai, una risonanza nazionale. A Maggiano, insomma, non c’erano solo gli psicofarmaci o altre pratiche terapeutiche.

F.V.