LAURA SARTINI
Cronaca

Il filosofo Bonazzi racconta i sofisti, la parola e la politica

Una grande platea, animata dall’interesse crescente degli studenti dell’Istituto Polo Fermi Giorgi che partecipano al Progetto “Le Parole della Politica”...

Una grande platea, animata dall’interesse crescente degli studenti dell’Istituto Polo Fermi Giorgi che partecipano al Progetto “Le Parole della Politica” coordinato dalla professoressa Maria Rosa Smedile, ha assistito nell’Auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca all’intervento dell’illustre filosofo Mauro Bonazzi, docente di Storia della filosofia antica e medievale e studioso della filosofia ellenica, in modo particolare di Platone e il Platonismo.

Il tema della conferenza è stato particolarmente affascinante: “I Sofisti, la parola, la politica” con un focus sul ruolo centrale che il linguaggio rivestiva per questi pensatori. Bonazzi ha offerto una lettura avvincente del concetto di Parola nel pensiero sofista, mettendo in luce come per questi filosofi le parole, sapientemente organizzate ad arte in architetture linguistiche di grande effetto, non fossero un semplice strumento di espressione della Verità, ma piuttosto un mezzo per costruire argomentazioni persuasive e plasmare nelle forme più svariate la percezione della realtà. I sofisti, infatti, non ritenevano il linguaggio come il veicolo per scoprire una verità universale e immutabile, ma come una risorsa da utilizzare spregiudicatamente per influenzare e convincere gli altri.

Il professore nella seconda parte dell’incontro, facendo anche riferimento a personaggi storici diventati tristemente famosi proprio a partire dallo loro straordinaria capacità oratoria con cui hanno saputo manipolare milioni di persone, ha offerto ottimi spunti di riflessione sul potere delle parole, invitando tutti a fare sempre maggiore attenzione a come le utilizziamo; perchè le parole sono strumenti assai potenti, che possono essere usati sia come un “farmaco” di grande efficacia, ma se utilizzati in modo scorretto, possono trasformarsi in armi micidiali. E se è un dato di fatto incontestabile che la parola può distorcere la realtà, è doveroso, ha ribadito più volte Bonazzi, usare le parole in modo consapevole e responsabile.