REDAZIONE LUCCA

Il generale Cadorna, Padre Pio, Don Bosco e il digiuno

L’abbiamo scampata bella quella notte eh generale ?" fu l’agghiacciante frase rivolta da Padre Pio al generale Cadorna. Dopo la disfatta di Caporetto in cui morirono 11.000 soldati italiani più migliaia di feriti, il generale decide di farla finita. Chiama nella sua tenda il piantone, si fa consegnare la pistola e lo invita a non far entrare nessuno. Ma all’improvviso si avverte nella tenda un intenso profumo di rose e viole; pochi istanti dopo compare un frate con la barba bianca e delle ferite sanguinanti alle mani. Era Padre Pio che in modo affettuoso convinse Luigi Cadorna a desistere dal suo gesto. Dopo un lungo ed accorato pianto il generale si convinse ma, nel momento in cui voleva ringraziare il frate questi era sparito dileguandosi nel nulla. Pochi anni dopo Cadorna fa visita ad alcuni parenti a Bari e qui, leggendo il giornale locale, riconosce in una foto il frate che lo aveva salvato. Approfitta di una processione in cui è presente il Santo e si avvicina per capire se fosse davvero lui. A quel punto Padre Pio (nella foto) pronuncia la frase: ”l’abbiamo scampata bella quella notte eh generale?”.

Il Santo aveva semplicemente espletato il suo potere della bilocazione salvando una vita umana. La sua vita non fu certo facile. La Chiesa lo osteggiò per anni, ma egli ad invidie e gelosie rispose sempre con il suo eterno sorriso. Fu fin dall‘inizio sempre dalla parte dei poveri cui spesso cedeva i suoi abiti ed il suo pasto.”Digiunare“ asseriva il Santo mi fa stare meglio anche nella mente. Lo stesso sguardo magnetico l’ho sempre intravisto in un altro padre della Chiesa, Don Giovanni Bosco. Famosi a Buenos Aires le sue orazioni nelle chiese ed i suoi digiuni per sentirsi ancora più vicino ai poveri. La tecnica del digiuno negli ambienti religiosi è sempre stata presente come ad esempio nella comunità americana dei Mormoni ove si pratica una volta al mese un digiuno totale per “purificarsi”. Su questa comunità anni fa fu fatto uno studio che dette un risultato strabiliante: l’incidenza delle patologie cardiovascolari presso questi religiosi si abbatteva del 40% rispetto agli altri abitanti della zona. Nella dietologia moderna la tecnica del minidigiuno si sta estendendo a macchia d’olio, soprattutto da quando ci si è accorti che questa metodica svolge una egregia profilassi nei confronti di svariate patologie.

Io personalmente ai miei pazienti consiglio una volta la settimana di mangiare solo frutta; ottimi in questo periodo il succo d’uva potente farmaco naturale capace, in un’era in cui non esistevano antibiotici, di contrastare soprattutto le patologie reumatiche e quelle dell’albero respiratorio. Ma è soprattutto il senso di benessere che incoraggia questa antica cura; ci si sente subito più “sgonfi” e “più puliti” il tutto grazie all’azione detossinante che consegue a queste antiche terapie.