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Il Giglio stupisce tutti. Addio alla Stella Michelin

Il noto ristorante del centro storico ha deciso di rinunciare al riconoscimento della nota guida culinaria: “Un passo indietro per farne due in avanti“.

Gli chef Benedetto Rullo, Lorenzo Stefanini e Stefano Terigi

Gli chef Benedetto Rullo, Lorenzo Stefanini e Stefano Terigi

Addio alla Stella Michelin per un ritorno alle origini. Lo staff del Ristorante Giglio, noto per la sua raffinatezza e sperimentazione, ha preso una decisione radicale che sta facendo parlare il mondo della gastronomia: rinunciare alla tanto ambita “Stella“. Gli chef Benedetto Rullo, Lorenzo Stefanini e Stefano Terigi, che da anni guidano il ristorante, hanno scelto di abbandonare i rigidi standard imposti dalla guida “rossa“ per riabbracciare una cucina più libera e vicina alla loro visione originaria.

“Vogliamo poter fare il lavoro che amiamo senza doverci preoccupare degli standard altrui”, chiarisce Terigi, mentre Stefanini pone l’accento sull’importanza di tornare a concentrarsi sui clienti, offrendo loro un’esperienza culinaria informale ma di altissimo livello. Con questa mossa, il Giglio si allontana dai circuiti elitari dell’alta cucina, spesso percepita come inaccessibile e lontano dai clienti, per proporsi come un luogo conviviale e inclusivo, dove l’atto di mangiare diventa un momento di condivisione e piacere, senza formalità eccessive.

“Vogliamo essere liberi di improvvisare i menù in base agli ingredienti che abbiamo a disposizione”, afferma Rullo, sottolineando il desiderio di svincolarsi dalle pressioni esterne.

“Il nostro obiettivo è che il Giglio ci somigli, ci rispecchi, ci racconti, vogliamo riavvicinarci alla gente”, continuano gli chef, spiegando come il ristorante debba diventare uno spazio in cui chiunque possa sentirsi a proprio agio. La loro è una scelta che punta a recuperare il vero spirito della ristorazione: accoglienza, autenticità e, soprattutto, libertà espressiva. Il Giglio diventa così il simbolo di una nuova filosofia culinaria, dove non è la Stella a fare il ristorante, ma l’esperienza che si vive a tavola. “Fare un passo indietro per poterne fare due avanti”, concludono, fiduciosi che la loro decisione porterà a un rapporto più diretto e sincero con i clienti.

Questa scelta potrebbe segnare un nuovo paradigma nel mondo della ristorazione, dove la qualità non si misura solo con riconoscimenti ufficiali, ma con la capacità di far star bene le persone.

Il Giglio continua il suo cammino di trasformazione, portando avanti la sua visione democratica e giocosa della cucina contemporanea.

Rebecca Graziano