
Da decenni appassionati di ogni livello si ritrovano due volte a settimana per affrontare i 70 km dalla città a Camaiore con ritorno sul Magno e Freddana.
Un tris d’assi. Tre corse ciclistiche oggi a Lucca: amatori, giovani ed esordienti, di notevole livello. Monte San Quirico sarà il traguardo di tre grandi eventi che trasformeranno Lucca in uno dei poli del ciclismo giovanile (e non solo) nazionale e che inaugurano una stagione agonistica speciale che ci condurrà, il 20 maggio, alla tappa del Giro d’Italia, coronando un periodo che vede il ciclismo lucchese davvero in ottima salute e secondo in Toscana per numero di società e di iscritti.
Il programma: si parte con il Trofeo Torre Guinigi da Monte San Quirico con circuiti su via di Camaiore, vie della chiesa di Mutigliano, delle Foreste, per Pieve Santo Stefano, dei Borelli, di Sant’Alessio Alle 9 partenza esordienti primo anno, alle 10 il secondo anno (ragazzi di 13 e 14 anni). Alle 14.30 sempre da Monte San Quirico sugli stessi tracciati degli esordienti della mattina la 74ª Coppa Cei, una delle gare più prestigiose del panorama giovanile italiano per la categoria allievi.
Ma se i fratelli Cohen firmarono il capolavoro cinematografico "Non è un paese per vecchi", c’è un terzo appuntamento oggi, partenza ore 10,15 al Campo Scuola Moreno Martini, che è anche cucito addosso a chi è meno giovane, diciamo così: il Giro della Questura. Il nome deriva dal fatto che si partiva davanti al palazzo della Questura a Lucca Una manifestazione iconica per gli amatori. Arrivano anche da Firenze per parteciparvi.
Da decenni ciclisti di ogni livello si ritrovano due volte a settimana per percorrere insieme i 70 km di questo storico itinerario, che attraversa località come Filettole, Nodica, Vecchiano, Camaiore e il Monte Magno, fino al ritorno dalla Freddana. Stavolta è impostata come una corsa vera, stile Gran Fondo. Organizzazione a cura di Tuscany Legend Ssdrl, che metterà a disposizione oltre 115 persone e 30 moto per la sicurezza degli atleti, appassionati di questo sport. La Lucchesia è sempre stata traboccante di passione per il ciclismo, di cui ha sempre rappresentato un serbatoio di successi di prestigio, ottenuti da molti protagonisti.
Mario Cipollini, originario del Compitese, nel territorio di Capannori, ha vinto la kermesse iridata di Zolder, la Milano-Sanremo, 42 tappe al Giro (record che probabilmente non verrà mai battuto, il Campionissimo Fausto Coppi ne ha vinte 22, tanto per dare un’idea dell’impresa di Re Leone). Passiamo poi a Michele Bartoli il quale ha trionfato in quattro delle cinque classiche da leggenda: Giro delle Fiandre, Liegi-Bastogne-Liegi (la doyenne, la corsa più antica d’Europa), Freccia Vallone, Amstel Gold Race, poi diversi trionfi al Giro di Lombardia. Bartoli, per la verità è di San Giovanni alla Vena, Pisa, ma da ragazzo è arrivato a Montecarlo, dove ha esordito, dove è diventato campione. Marco Giovannetti di San Salvatore di Montecarlo, dove è salito in bici per la prima volta. Un atleta che non ha fatto della quantità il suo credo. Ma la qualità delle sue vittorie è tale, che la maggior parte dei suoi colleghi si sogna. Nel 1984 vince la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Los Angeles, nella cronometro a squadre dove ha rappresentato l’Italia. Oltre ad un campionato italiano (buttalo via!) si ricorda poi la straordinaria impresa del successo alla Vuelta di Spagna nel 1990. Poi c’è chi ha vinto meno, chi ha dovuto lottare con le difficoltà di altre epoche. Mauro Gianneschi, ad esempio, soprannominato lo "scoiattolo", (per la leggerezza con cui volava in salita), nativo di Ponte Buggianese ma altopascese a tutti gli effetti, dove purtroppo è morto nel 2016, ucciso da un pirata della strada.
Negli anni Cinquanta del precedente secolo, fu capace di staccare un certo Fausto Coppi in salita, come fece all’Abetone nel Giro del 1954. Erano tempi in cui, al termine delle breve carriera, bisognava andare a lavorare. Come dovette fare Renato Cacciaguerra, di Piazza al Serchio, promettente campione, detto il "camoscio" della Garfagnana che dopo il servizio di leva dovette lavorare in miniera. Negli anni ‘70, originario di Montecarlo, ma da sempre ha abitato a Altopascio, Walter Riccomi. Senza spunto vincente in volata, ma stratosferico quando la strada cominciava ad inerpicarsi. Quinto al Tour de France del 1975. Possiamo menzionare inoltre Stefano Della Santa, lucchese, professionista per diverso tempo. Lo stesso Luca Scinto, di Galleno, a pochi metri dal confine con Altopascio e la provincia di Lucca. Una terra che a questo sport ha dato molto.
Massimo Stefanini