
Foto di Alia Chakukova
Presto, molto presto, il Mercato del Carmine o almeno una gran parte di esso, cambierà pelle. Il bando al quale ha partecipato la società “4223srl” è stato assegnato ufficialmente e l’ala della Chiesa dovrebbe essere aperta al pubblico a partire dalla fine di quest’anno. Lo hanno spiegato bene ieri mattina nel corso di un incontro con la stampa, i componenti la società. Sette persone, giovani e lucchesi, con un obiettivo ben preciso: riportare il noto spazio del centro storico a essere "un luogo dove succedono cose".
A introdurre la presentazione di quello che possiamo definire il “manifesto” che ispirerà il cuore pulsante del nuovo spazio, sono stati Matteo Mattia Gemignani, amministratore e rappresentante legale, Bartolomeo Pampaloni, responsabile dei contenuti culturali, Marco De Santi, coordinatore della progettazione, Giacomo Gregori, responsabile amministrativo, insieme a Isabella Mezzanotte, responsabile del coordinamento degli eventi, Alessandro Paoletti, responsabile della progettazione ed Elena Pardini, responsabile comunicazione.
Un inciso: i “magnifici sette” componenti la società 4223 – che ricordiamo non è solo un numero ma corrisponde al percorso di un giro di Mura, quindi assume una spiccata valenza identitaria – hanno tutti un curriculum che evidenzia non solo un’alta formazione accademica ma esperienze maturate in Italia e all’estero con una varietà di competenze che, legate all’amore per Lucca, prospetta alla città una vera e propria rinascita per il Mercato del Carmine.
"Vogliamo esprimere la nostra esperienza – spiega Gemignani – per dare a questo luogo la connotazione giusta che passerà dalla proposta di progetti di arte, cultura e inclusione sociale; il 70% dello spazio sarà utilizzato per iniziative sociali e noi immaginiamo proprio così, questo spazio, pieno di persone attratte da eventi, iniziative, un contenitore di arti, saperi e mestieri". Anche Pampaloni parla di "uno spazio dove concentrare esperienze già esistenti a Lucca; noi siamo qui per aggregare, per offrire cibo sano, la cultura dell’ambiente e con il verde che sarà presente dentro il Carmine, ispirandoci così al concetto di giustizia sociale; desideriamo veder rinascere il tessuto lucchese e abbiamo pensato di rendere questo luogo fruibile e raggiungibile in modo più agevole".
Il “Manifesto” include le botteghe alimentari dove sarà proposta l’eccellenza del territorio, le botteghe degli artigiani “a vista” dove si osserveranno i maestri delle arti eseguire i propri lavori. E ancora la centralità di uno spazio dedicato ai bambini, luogo di incontro, socializzazione e apprendimento. Inoltre una torrefazione e una pasticceria lucchesi con prodotti di qualità; e poi un chiostro verde dove incontrarsi e leggere. Inoltre, un’area dalla doppia valenza per "lavoratori smart e transitori e uno spazio per gli studenti".
Maurizio Guccione