Il papiro di Ebers, i Faraoni dell’antico Egitto e l’aglio

Il papiro di Ebers rivela che gli antichi Egizi consideravano l'aglio una pianta curativa potente. Oltre a essere un energizzante per i lavoratori, ha proprietà antiparassitarie, abbassa la pressione arteriosa e la glicemia, e riduce il colesterolo. Anche la cipolla, il porro e lo scalogno hanno proprietà simili.

Il papiro di Ebers (1550 a.C.) dedica un capitolo intero alle piante curative degli Egizi, in primis l’aglio. Pare che i Faraoni non solo ne mangiassero a tonnellate, ma lo imponessero anche nella dieta degli schiavi in quanto potente energizzante utile quindi nelle fatiche disumane della costruzione delle piramidi.

Cosa accadesse però con l’alitosi nelle sedute sindacali a porte chiuse questo non ci è dato sapere. Da sempre l’aglio è considerato il perfetto nutraceuta (alimento cioè che nutre e cura) e le sue virtù terapeutiche sono davvero immense. In primis abbassa fortemente la pressione arteriosa negli ipertesi, ma (miracolo della natura) non l’abbassa negli ipotesi. Il suo potere antiipertensivo è davvero enorme.

Non solo: è un perfetto anticoagulante utile quindi a tutti i soggetti a rischio infarto o ictus.

Ma l’aglio ha anche un immenso potere antimicrobico e soprattutto antiparassitario (già evidenziato nel 1870 da Luigi Pasteur). Aggiungere un po’ d’aglio nella minestra del ragazzino vuol dire proteggerlo da comuni virus, ma anche da ossiuri ed altri parassiti intestinali.

Ancora: l’aglio abbassa fortemente la glicemia e i valori di colesterolo e trigliceridi. Per eliminare (cosa non facile) il problema delle alitosi si possono masticare dopo il pasto dei chicchi di caffè.

Alla stessa famiglia delle liliacee appartengono anche la cipolla, il porro e lo scalogno. Hanno tutti le stesse proprietà dell’aglio anche se in misura ridotta. Lo scalogno (così chiamato perché arrivò dalla città di Ascalonia in Palestina) è quello più gradito ai bambini visto il suo sapore fragrante e dolce.