Il luogo dove dovrebbe sorgere l'isola ecologica
Lucca, 21 febbraio 2020 - Il pattume dove c’è un forno? Ma che hanno in testa?». E’ il commento verace di uno dei tanti clienti abituali del Forno Casali di via Guinigi che ha appena firmato la petizione per chiedere che una delle 70 isole fuori terra, che proprio in questi giorni dovevano essere posizionate in centro storico e che invece hanno subìto l’ennesimo ritardo, non venga piazzata a due passi dallo storico forno.
Una di esse, in effetti, stando alla planimetria rinvenibile anche sul sito internet di Sistema Ambiente, dovrebbe finire proprio in vicolo San Simone, dove il forno ha le finestre del magazzino e soprattutto del laboratorio e dove viene scaricate tutte le materie prime. Cinque contenitori, dalla plastica all’umido, dalla carta al vetro, passando per l’indifferenziato che finirebbero a pochissima distanza, nella peggiore delle ipotesi direttamente sotto le finestre della storica bottega registrata alla Camera di Commercio dal 1905. Il Forno Casali, senza dimenticare che le sue origini si perdono addirittura nel Medio Evo, è lì praticamente da quando è nata la Lucchese calcio. Mica da ieri. La notizia del collocamento dell’isola ecologica fuori terra ha allarmato e non poco i gestori. «Su quel vicolo abbiamo le finestre – spiega Cristina De Alberti – compresa quella del laboratorio. Il semplice cestino dei rifiuti presente è già un ricettacolo di sacchetti, ci chiediamo quale possa essere l’odore e l’impatto delle cinque isole che vogliono piazzare proprio lì e siamo preoccupati». Così hanno preso carte e penna e scritto all’azienda comunale che si occupa della raccolta dei rifiuti.
«A prescindere dai turisti – hanno scritto nella missiva a Sistema Ambiente – su questo vicolo si affacciano anche le finestre del laboratorio del Forno Casali e l’ingresso del suddetto panificio che è ubicato in Via Guinigi. Visto e considerato che il Forno Casali è l’unico negozio commerciale e alimentare della zona, non credete sia il caso di rivedere questo posizionamento?». Per ora Sistema Ambiente non ha risposto, ma i clienti si sono mossi. E hanno lanciato l’idea della raccolta firme. «Sono stati loro a suggerirla – conclude De Alberti – e sin da subito hanno iniziato a firmare in tanti, promettendo di fare il passa parola. Speriamo serva a qualcosa».