Uno dei nomi più conosciuti nel mondo dei videogiochi, nonché volto storico della Sega, pioniere giapponese del 3D e artefice di molti giochi presenti all’interno di tutte le sale giochi di tutto il mondo a partire dagli anni 80. L’edizione dei Comics di quest’anno ha visto tra i suoi numerosi ospiti anche la presenza di Yu Suzuki che durante l’incontro con i fan ha ricostruito la sua carriera lavorativa: dalla laurea conclusasi con una tesi sul 3D quando all’ora era ancora soltanto fantascienza, agli esordi in Sega fino alla creazione e al lancio dei suoi iconici giochi che lo hanno reso un’icona in tutto il mondo e parte dell’adolescenza di milioni di ragazzi cresciuti tra gli anni 80 e 90.
Giochi spesso nati da semplici progetti che hanno poi riscontrato un grande successo tra il pubblico, è questo il caso di Hang-On, il primo grande lavoro di Yu Suzuki nel 1985, due anni dopo essere entrato in Sega, un simulatore che permetteva di guidare una moto. Hang-On divenne il videogioco arcade con il maggior numero di incassi negli Stati Uniti nel 1985 e nel 1986 anche in Giappone, mentre nel Regno Unito conquistò il secondo posto. Il primo successo di Hang-On permise all’inventore giapponese di poter lavorare con più libertà ai progetti successivi guidando personalmente anche un piccolo team che lo supportava nella progettazione di nuovi videogiochi, chiave del successo dei videogiochi SEGA di quegli anni era proprio puntare su un maggior realismo e coinvolgimento dei movimenti di tutto il corpo.
Il 1985 vide il lancio anche di un altro gioco iconico ideato da Yu Suzuki: Space Harrier, uno sparatutto che riscosse un discreto successo ma il cui progetto inizialmente non venne approvato dalla dirigenza, fu la determinazione di Yu Suzuki a spingere la società a portare a termine il progetto e i risultati che ne derivarono diedero ragione alla perseveranza dell’inventore giapponese. Gli anni 80 hanno rappresentato l’era più creativa di Yu Suzuki, ma è solo negli anni 90 che torna a una delle sue passioni originarie: il 3D, diventando uno dei primi pionieri a sperimentarlo attraverso Virtua Racing, Virtua Fighter e Shenmue.
Una carriera niente male se consideriamo che ciò che spinse Yu Suzuki a mandare il curriculum alla Sega non fu tanto l’interesse verso i videogiochi, quanto il desiderio di avere due giorni liberi a settimana, in modo da poter bilanciare con più facilità vita privata e lavorativa.
Andrea Falaschi