MAURIZIO GUCCIONE
Cronaca

Il sonno senza più segreti: "Ecco perché alcuni ricordano i sogni. E per altri svaniscono al risveglio"

I docenti dell’IMT hanno condotto una ricerca su un campione di 270 persone tra il 2020 e il 2024 "Chi dorme più a lungo ha una capacità memonica maggiore di chi ha un ritmo circadiano disturbato" .

Il rettore di IMT Alti Studi, Lorenzo Casini: la scuola lucchese si conferma un centro di eccellenza (Alcide)

Il rettore di IMT Alti Studi, Lorenzo Casini: la scuola lucchese si conferma un centro di eccellenza (Alcide)

Uno studio sul sonno e sui sogni è stato condotto dai ricercatori di IMT Alti Studi di Lucca in collaborazione con l’Università di Camerino. La notizia arriva all’indomani della pubblicazione della ricerca sulla rivista specializzata “Communications Psychology”. Lo studio, che accresce le conoscenze scientifiche in questo delicato ambito, ha lo scopo di svelare la capacità di ricordare i sogni una volta svegli. Perché scoprire come si sogna e che cosa fa il nostro cervello durante la fase del sonno, indagare se il sogno è ricordato una volta svegli, significa alimentare la ricerca su ciò che il sogno stesso può determinare anche nell’ambito della ricerca medica, magari in maniera predittiva, sulle patologie che possono comparire nel giro di qualche anno, come nel caso del Morbo di Parkinson. C’è chi è in grado di ricordare nitidamente che cosa ha sognato e chi, invece, non riesce a rinvenirne i dettagli.

Lo studio è stato condotto dal professor Giulio Bernardi, ordinario di psicologia generale a Imt e da Valentina Elce, dottore di ricerca in neuroscienze e prima ricercatrice di Imt dello studio. È stato utilizzato un campione di 217 persone nel periodo che va dal 2020 al 2024, partendo quindi da un campione che attraversava in pieno il periodo Covid allorquando si è percepita con nettezza la capacità di ricordare i sogni che avvenivano in orario mattutino. Il campione esaminato rappresentava un’età compresa tra i 18 e i 70 anni i quali, per 15 giorni, è stato monitorato attraverso appositi dispositivi rilevatori e da un “actigrafo”, una sorta di orologio da polso utile a registrare il sonno.

Ai partecipanti al lavoro di ricerca, inoltre, è stato assegnato un registratore utile a imprimere quanto vissuto durante il sonno, una volta svegli. Lo studio sul sonno, quindi, ha determinato la conoscenza di ulteriori notizie rispetto ai sogni. Partendo da ciò che già conosciamo, ovverosia dalla classificazione del sonno Rem e non Rem: il primo è conosciuto come sonno paradosso o paradossale mentre il sonno non Rem è caratterizzato da onde lente. Tra i dati acquisiti dallo studio condotto da Bernardi ed Elce, è emerso che sul campione esaminato il sonno più ricco di sogni è quello mattutino. L’utilità dello studio, fin qui sintetizzato ma naturalmente ben più approfondito scientificamente dagli autori della ricerca, va ben oltre la “curiosità” di conoscere se e che cosa sogniamo. L’impiego di ricerche così analitiche, congiuntamente a quello già ottenute dalla comunità scientifica, sono infatti determinanti per indagare anche eventuali patologie, sia neurologiche che psichiatriche, andando poi ad abbracciare il vasto ambito dello studio delle coscienze.

Quanto condotto da Bernardi ed Elce, inoltre, andrà a implementare il database dei risultati fin qui ottenuti. Tra quelli riferiti nello studio, emerge che le persone che hanno condotto sonni più lunghi nel tempo, riscontravano una probabilità più alta di svegliarsi ricordando ciò che avevano sognato. Così come le persone più giovani di età, ricordavano maggiormente i loro sogni. Insomma, uno studio che alimenta le conoscenze legate al sonno e ai sogni e che pone ancora una volta Imt Alti Studi di Lucca, al centro della ricerca nell’ambito delle neuroscienze.