
Nelle due foto uno dei velodromi realizzati dall’imprenditore Peter Junek e che hanno le medesime caratteristiche di quello che costruirebbe a Capannori
Omologato per le gare internazionali, in legno laminato, realizzabile in pochi mesi di lavori. Dal Canada, l’imprenditore Peter Junek ha saputo del velodromo che si vorrebbe costruire a Capannori (su idea dell’imprenditore e figura clou del ciclismo nazionale e non solo, Ivano Fanini), e ha lanciato la sua proposta. Sui terreni messi a disposizione da Ivano Fanini (più quelli da espropriare e secondo i primi sondaggi sarebbero cessioni bonarie), la Federazione, attraverso il Comitato lucchese, come si ricorderà ha inviato la richiesta di finanziamento all’Unione Europea per 50 milioni di euro. Mister Junek dimostra, foto alla mano che, con le solite caratteristiche, ne sono stati edificati altri dalla sua azienda: a Odense, in Danimarca, a Santiago del Cile e adesso nella Filippine, a Tagaytay. Tutto ciò rappresenta la prova che questa infrastruttura ormai è lanciata e interessa, supportata da tutte le istituzioni, Regione, Provincia, Comune di Capannori e il mondo delle due ruote a pedali. Questo impianto potrebbe rappresentare la svolta per la lucchesia, creando indotto, (dentro possono starci negozi ed attività). Prossimi step progetto e caccia alle risorse. Per questo il presidente del Comitato lucchese della Federazione, Pierluigi Castellani, ha scritto alla Commissione Europea, al Ministero dello Sport, oltre al Coni.
Una struttura apribile, altamente innovativa, che incentiverà la pratica del ciclismo ma che contribuirà allo sviluppo economico della comunità perché potrà ospitare concerti ed altre manifestazioni, all’avanguardia, dotata di spazi commerciali e di spazi per l’ospitalità degli atleti, creando vantaggi per l’economia locale e posti di lavoro. Un impianto per rilanciare la pista, per convincere i genitori a far praticare ciclismo ai figli in sicurezza, dopo gli innumerevoli incidenti sulle strade, che sarebbe baricentrico per il Centro Italia, vicino all’aeroporto di Pisa, sfruttabile anche da società del Sud e dalle oltre 300 affiliate in Toscana, visto che l’unico presente attualmente in Italia è nei pressi di Brescia. Il dettaglio del progetto. Pista in legno di 250 metri, archi di pendenza minima e massima conformi agli standard dell’UCI (Unione Ciclistica Internazionale); tribune per 10 mila spettatori seduti, che potranno diventare 18 mila compresi quelli in piedi durante manifestazioni indoor; spazi ricreativi e per negozi, ristorante e centro fitness; efficienza energetica grazie alle fonti rinnovabili.
Massimo Stefanini