Come era stato annunciato fin dal convegno del 16 settembre 2023, il Volto Santo sta tornando alla sua colorazione originale. La veste sta ritrovando infatti la tonalità blu scura ottenuta con il prezioso lapislazzuli con le dorature a foglia d’oro che ornano le maniche, lo scollo e il bordo della veste; gli incarnati si presentano nuovamente di color "carnicino" mentre capelli e barba hanno riacquistato la precedente colorazione più chiara con varie striature quasi bionde. La rimozione dello strato superficiale scuro permette anche apprezzare nuovamente la finezza del modellato. Sulla croce la rimozione dello strato nero sarà seguita da quella del livello successivo realizzato in azzurrite, estremamente lacunoso e fragile.
Ormai da alcune settimane i fedeli che partecipano alle celebrazioni nella chiesa cattedrale, ma anche i molti turisti e i pellegrini, hanno potuto seguire la riscoperta delle colorazioni originali attraverso la finestra aperta sul laboratorio di restauro, che si trova dal luglio 2022 nel transetto nord della stessa chiesa. Entro Natale anche il totem di fronte al laboratorio aggiornerà con immagini e brevi messaggi sulle vaie fasi del restauro, comprese le più recenti. Le prime immagini ufficiali del “nuovo” Volto Santo, con la relativa comunicazione alla stampa, sono state diffuse ieri dall’Arcidiocesi di Lucca, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, dalla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per province di Lucca e Massa Carrara, e dall’ente Chiesa cattedrale di Lucca.
"Dopo le operazioni di messa in sicurezza dell’opera e di prima pulitura superficiale, all’interno del laboratorio allestito nel transetto nord della cattedrale – hanno detto i rappresentanti di questi enti – è cominciata un’approfondita campagna diagnostica realizzata in collaborazione con l’Opd di Firenze, gli istituti di ricerca di Bioeconomia del Cnr, l’Istituto Nazionale di Fisica nucleare, l’Istituto di Fisica applicata “Nello Carrara” del Cnr di Firenze e l’Università di Pisa. La campagna ha permesso di conoscere i materiali costruttivi della scultura, le tecniche esecutive, il meccanismo di ancoraggio del crocifisso sulla croce, gli interventi di restauro antichi e ha consentito di individuare gli strati pittorici che si sono sovrapposti nel corso del tempo, in gran parte sconosciuti, offrendo strumenti per intraprendere un restauro consapevole, metodologicamente avvertito e quanto più possibile sicuro.
Grazie a questi dati si è potuto procedere alla separazione del Cristo dalla Croce, mantenendo intatti i perni originali, così da permettere il restauro anche del retro del crocifisso e delle parti della croce prima inaccessibili. Come concordato con il Comitato promotore del restauro del Volto Santo, che ha accolto le indicazioni del Comitato scientifico, è ora in corso la rimozione dello strato superficiale scuro che ricopre l’intera scultura, composto da materiali di non particolare pregio quali cere pigmentate sugli incarnati e sui capelli e da nero carbone sulla veste. Liberato da questi depositi, il Volto Santo sta riacquistando la cromia sottostante e che ha mostrato per la maggior parte della sua esistenza, come testimoniato da molte sue raffigurazioni e testimonianze storiche. Non è mera operazione filologica, è il recupero dei valori simbolici, del messaggio; è la riscoperta della preziosa immagine, della ricchezza materica che per secoli ha caratterizzato l’iconografia del Cristo che trionfa sulla morte."