
Il Volto Santo di Lucca, emblema di religiosità ed effige della storia di Lucca, sarà soggetto a un vero e proprio restauro a partire dall’inizio del nuovo anno. La notizia è stata presentata ieri alla stampa all’interno della Cattedrale di San Martino nel corso di un incontro al quale hanno preso parte l’Arcivescovo Monsignor Paolo Giulietti, il sindaco Alessandro Tambellini, il presidente della Provincia Luca Menesini, con la presnza del rettore don Marco Gragnani, della Soprintendente Angela Acordon, del Soprintendente dell’Opficio delle Pietre Dure Marco Ciatti insieme a Sandra Rossi e al presidente della Fondazione Cassa di Rispramio di Lucca, Marcello Bertocchini.
L’annuncio ha assunto una solennità emozionale: sono state infatti le parole di Don Marco Grignani a ufficializzare l’evento che vedrà il simbolo della vita religiosa e identitaria lucchese, dopo lunghi secoli, essere sottoposto ad un delicatissimo ma indispensabile intervento di restauro conservativo.
"Il Volto Santo dovrà lasciare la cappella del Civitali – afferma il rettore del Duomo – ma non lascerà la nostra cattedrale dal momento che l’opera di restauro avverrà al suo interno, nel transetto sinistro; sarà questo un modo affinché l’opera non sia sottratta alla comunità e, grazie all’installazione di un monitor esterno al cantiere, sarà possibile visionare attraverso un vetro protettivo l’andamento dei lavori".
La notizia del restauro, non è solo una comunicazione alla città; è una sorta di annunciazione perché incide sulla storia profonda e antica di Lucca, una storia che anche ultimamente (nel 2020) ha potuto affermare, attraverso studi mirati, il periodo storico in cui è nata, ovverosia gli ultimi decenni del secolo VIII, inizi dell’ IX secolo rendendo onore alla su vetustà e inquadrando l’opera come la più antica statua lignea del mondo occidentale.
II restauro che inizierà nei primi mesi del 2022, si protrarrà fino a tutto il 2023, anche se, come è comprensibile, tutto dipenderà dalle difficoltà incontrate lungo il periodo dei lavori. Una cosa è certa: l’opera sarà affidata in ottime mani perché la cura di tutto il processo di restauro, sarà a cura del prestigioso Opificio delle Pietre Dure di Firenze, vera e propria eccellenza italiana ed europea in fatto di restauro e conservazione di opere d’arte.
"Siamo di fronte non solo al restauro di un’opera d’arte ma di un oggetto simbolo di una comunità – dichiara monsignor Paolo Giulietti – con una vita presente e una futura che, grazie a questo intervento, sarà consegnata alle nuove generazioni; si tratterà di una cura del manufatto ma vi è un percorso più intimo e profondo, perché a esso sono collegate tutte quelle espressioni, le gioie, le preghiere rivolte al Volto Santo in secoli di storia: dico grazie allo slancio della Fondazione Cassa di Risparmio per essersi proposta subito affinché il costo dell’operazione potesse essere sostenuto; da secoli – prosegue l’arcivescovo – il Volto Santo non esce dalla cappella e questo intervento dovrà dirci come ricollocarlo, con i suoi gioielli, anche per capire come vogliamo trasmettere la sua immagine, il suo senso, alle nuove generazioni".
Giulietti si lascia infine anche andare a una battuta ironica ma che pesca nell’attualità: "Magari sorgerà anche un comitato per il “no” a qualcosa, ma noi ascolteremo e procederemo sempre verso la soluzione migliore che garantisca un intervento di qualità come quello che sicuramente saprà attuare l’Opificio delle Pietre Dure".
Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Marcello Bertocchini, non nasconde una certa emozione: "Ci siamo proposti con vero piacere – dichiara – e sappiamo di aver messo la preziosa scultura in buone mani; siamo anche molto contenti del fatto che il restauro avvenga all’interno della cattedrale; il nostro supporto è conseguente al restauro della Cattedrale e ora ci auguriamo che anche quello di Ilaria Del Carretto, possa avvenire in tempi brevi con l’auspicata musealizzazione dell’opera".
Maurizio Guccione