
Paola D’Agostino segretario di Impresa Donna illustra il quadro in Lucchesia "È fondamentale abbattere barriere enormi come l’accesso al credito".
Nella nostra provincia sono 9.076 le imprese femminili, pari al 22,5% del totale di 40.368, mentre nel comune di Lucca il numero arriva a 2.700. La maggior parte delle imprese femminili della provincia si trova in Versilia (3.719; 44,8%), poi nella Piana (3.388; 40,8%) e in Valle del Serchio (1.194; 14,4%). Tra le attività principali risultano il commercio (1.950 imprese) e quelle di alloggio e ristorazione (1.230 imprese). Più di un’azienda su 2 (53,7%) si concentra invece in aree come manifattura, agricoltura ed edilizia.
La maggior parte delle imprese femminili sul territorio provinciale è, inoltre, di dimensioni più piccole rispetto alla media nazionale. Questi alcuni dei dati presentati all’evento da Paola D’Agostin (nella foto) segretario di Conflavoro Impresa Donna, elaborati dal Centro Studi nazionale di Conflavoro. I dati risalgono a fine 2024 e sono in linea con la media italiana del 22,9% (1,3 milioni di imprese).
"Le donne imprenditrici a Lucca - afferma D’Agostino - stanno dimostrando una grande resilienza, ma è fondamentale abbattere barriere enormi come l’accesso al credito per garantire loro le stesse opportunità di crescita dei colleghi uomini. Anche la difficile conciliazione tra famiglia e lavoro è un tema principale: penso alla maternità, così come alla cura dei propri cari. Troppo spesso anche le donne imprenditrici sono costrette a scegliere tra carriera e vita privata. C’è ancora molta strada da fare per il cambiamento, ma il dialogo tra associazioni di imprese e istituzioni, a Lucca costante e proficuo, potrà fare la differenza".
Intervenuta sull’argomento anche Annamaria Frigo, presidente Cna Donna e membro della CPO del Cna Toscana nord ovest: "Le donne imprenditrici portano senza dubbio un valore aggiunto nel mondo del lavoro – ha detto - Nonostante questo, in Italia solo il 30 per cento degli imprenditori sono donne. Questo significa che dobbiamo investire maggiormente sulla leadership femminile. Ritengo che il valore aggiunto della donna come imprenditrice sia nel fatto di essere donna in quanta tale, nell’espressione di tutte le caratteristiche che ci appartengono: empatia, resilienza, adattabilità e molto altro. C’è ancora tanta strada da fare, ma questo dipende anche dall’impegno di ciascuna donna, nel farci sentire e nel combattere per essere rappresentate anche a livello politico".
Giulia Prete