Nel 1915 Giacomo Puccini aveva acquistato un lotto di terreno nel quartiere Marco Polo, in quella che al tempo era considerata la parte estrema della città, fra la pineta e il mare, inizialmente con l’intenzione di costruirvi una dimora per trascorrervi la stagione estiva, ma diventò a partire dal 1921 la sua residenza fissa, quando, costretto dalla torbiera, lasciò definitivamente Torre del Lago.
"È una specie di bungalow - scrive l’amico Guido Marotti nel 1926 – sull’incrocio di due strade, il Viale Michelangelo e la Via Marco Polo, all’ombra dolce dei pini italici, che il maestro ha potuto godersi per poco tempo e che si era fatto costruire con l’intenzione di passarvi l’estate". La descrizione di Marotti, che era un assiduo frequentatore della dimora viareggina, ci permette di comprendere come si presentava al tempo il luogo scelto da Puccini per edificare il suo villino dove i pini diverranno l’elemento guida per la stesura dell’intero progetto. Dopo vari tentativi e progetti, la scelta ricadde sul giovane architetto marchigiano Vincenzo Pilotti. Quest’ultimo, docente all’università di Pisa, riuscì a fissare sulla carta le idee di Puccini e con l’ingegnere Federigo Severini, che si occupò principalmente degli interni, redasse il progetto architettonico del Villino "bungalow".
Puccini aveva infatti fornito ai suoi collaboratori indicazioni e spunti su come realizzare il soffitto del salotto con le travi, le finestre con vetri all’inglese e il “bow window“ nella sua camera e nello studio. Lo storico edificio, in possesso della Fondazione Giacomo Puccini dal 2014, attualmente è interessato da importanti restauri edilizi che si concluderanno nel 2026 (Centenario della prima rappresentazione di Turandot) per un importo complessivo di 2 milioni di euro finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario dalla morte di Giacomo Puccini.