
di Paolo Ceragioli
Lucca
Forse è giusto che sia Nick Mason a certificare la ripartenza del Summer Festival, stasera alle 21, in piazza Napoleone, dopo due anni di stop dovuto alla pandemia e ai suoi strascichi. Perché Nick Mason, che era salito sul palco di piazza Napoleone nel 2006, ospite a sorpresa dell’ex-sodale Roger Waters, faceva parte del cast dell’edizione 2020, che in gran parte era già stata programmata prima del ciclone Covid. Un cerchio che si chiude quindi, ma che in realtà è l’inizio di una nuova vita di un evento che mancava per ricreare finalmente la normalità dell’estate lucchese, così come accade dal 1998.
L’attesa è per questo davvero grande e non solo per il piacere dei fan, che hanno già da mesi acquistato i biglietti in prevendita, ma anche per chi il festival lo organizza, per chi ci lavora e per chi lo vive dall’interno, che in questi giorni hanno manifestato grande emozione o anche chi lo sfiora solo dall’esterno, come “curioso“, che lo percepisce come una cancellazione di un periodo da dimenticare. Certo, nel mondo ci sono ancora tante altre situazioni che condizionano la nostra vita e il nostro morale, ma certamente c’è tantissima voglia di musica dal vivo e di ritagliarsi qualche ora di piacere e divertimento.
Parlando di musica invece, l’ex-batterista e membro fondatore dei Pink Floyd, quattro anni fa, ebbe l’idea di mettere in piedi un progetto e una band dal nome riconoscibile, “Saucerful of secrets“, titolo del secondo album, datato 1968, del celeberrimo gruppo inglese, del quale ha fatto parte dalla sua fondazione fino al termine della sua avventura nel 1995. La “scaletta“ di stasera riguarda la produzione dei Pink Floyd fino al 1971, ovvero pre-“The dark side of the moon“, quando i suoni e i testi erano dettati più dalle visioni di Syd Barrett che dalla lucida mente di Waters e Gilmour. Gran parte dei suoni sono quelli del film “Pink Floyd at Pompeii“ del 1972, con lunghe suite dal sapore psichedelicho e dal fascino senza tempo.
La formazione sul palco vede, oltre a Mason alla batteria e alle percussioni, l’ex-Spandau Ballet Gary Kemp alla chitarra e alla voce, l’ex-Icehouse Guy Pratt al basso e alla voce, più Dom Beken alle tastiere e Lee Harris alla chitarra: insomma, il classico “supergruppo“ che ogni tanto si fa vivo sulla scena rock internazionale e che promette (e in questo caso mantiene) grandi cose. Perché la categoria è quella dei concerti imperdibili.
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