PAOLO PACINI
Cronaca

“Incapace di intendere”, assolto dal tentato omicidio del padre

Aveva aggredito in casa il padre ottantenne colpendolo con un ferro di cavallo. Il figlio temeva di essere ricoverato in una struttura. Ora è in una comunità

L'aula di un tribunale

Lucca, 12 marzo 2024 – Aveva aggredito il padre dentro casa, avventandosi contro di lui come una furia e colpendolo ripetutamente al volto anche con un ferro di cavallo e un’anfora. Solo il provvidenziale intervento di un vicino di casa aveva evitato il peggio. La vittima della brutale aggressione, un ottantenne lucchese, era finita in ospedale, ma se l’era cavata.

Protagonista del terribile episodio un 47enne lucchese comparso davanti al gup Alessandro Trinci per l’udienza preliminare: era imputato di tentato omicidio, ma è stato assolto perché del tutto incapace di intendere e di volere.

L’episodio era accaduto il 22 novembre 2022 alla periferia di Lucca. Il 47enne, affetto da vari problemi mentali, aveva un rapporto conflittuale con il padre, soprattutto da quando era deceduta la madre che riusciva a contenerlo in qualche modo. Quel giorno la scintilla di violenza era nata da un banale malinteso. Al figlio era stata diagnosticata una patologia agli occhi e, ascoltando una conversazione telefonica tra il padre e la zia, si era convinto erroneamente che la famiglia volesse ricoverarlo in una struttura per non vedenti. Di fronte a questa ipotesi, peraltro infondata, si era scatenata la sua rabbia improvvisa e violenta contro il padre ottantenne.

Gli si era scagliato contro colpendolo con tutto quello che trovava a portata di mano, comprese appunto un’anfora e un ferro di cavallo. L’anziano padre rischiava di soccombere di fronte a tanta furia incontrollabile, ma un vicino attirato dalle urla e dal caos era riuscito a bloccarlo. Sul posto erano poi intervenute le forze dell’ordine che l’avevano fermato, mentre il padre, una maschera di sangue, era finito in ospedale.

Una perizia psichiatrica ha poi stabilito che il 47enne è totalmente incapace di intendere e di volere e socialmente pericoloso. Il giudice Trinci l’ha quindi assolto in sede di udienza preliminare in quanto non imputabile e ha applicato la libertà vigilata per un anno. L’uomo non vive più con il padre da allora e si trova attualmente in una comunità dove ha recuperato serenità.

Paolo Pacini