DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Inchiesta appalti, tutto archiviato

Il Tribunale di Lucca ritiene non ci siano elementi per processare Viviani e altri sette dipendenti comunali

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di Daniele Masseglia

Nessuna violazione di legge, nessun abuso d’ufficio, nessun elemento tale da imbastire un processo. E’ stato archiviato il caso giudiziario a carico di otto persone, ossia l’ex amministrato unico della “Pietrasanta Sviluppo“ Claudio Viviani e sette dipendenti comunali, indagati dopo l’esposto del Pd per servizi affidati dal Comune alle ditte del sindaco Alberto Giovannetti e di Viviani. Nelle cinque pagine della richiesta di archiviazione, formulata dal pm Enrico Nerucci e condivisa dal gip Simone Silvestri, si sostiene che i fatti contestati non costituiscono reato in quanto simili affidamenti possono, al limite, determinare una situazione di incompatibilità da rimuovere in altro modo.

Iniziata nel luglio 2019 con l’esposto del segretario Pd Rossano Forassiepi e dei consiglieri Ettore Neri e Nicola Conti, la vicenda ha coinvolto Viviani, il responsabile dell’ufficio lavori pubblici Filippo Bianchi, l’ex dirigente Simone Pedonese, i dipendenti dei lavori pubblici Laura Bandelloni, Alberto Conti, Gino Tognocchi e Stefano Taccola, e l’ex responsabile dell’ufficio cultura Sergio Tedeschi. Il Pd, rifacendosi al Testo unico enti locali (Tuel), li aveva messi nel mirino per aver affidato servizi e forniture, nell’interesse dell’ente, alle ditte di autotrasporti “Fratelli Giovannetti“ e “Seardo“, che fanno capo al sindaco, e “Galli spurgo“ di cui è titolare Viviani, procurando loro un ingiusto vantaggio patrimoniale per decine di migliaia di euro. "In entrambi i casi – scrive il pm – gli affidamenti diretti dei servizi non possono intendersi fatti in violazione della legge perché, successivamente ad essi, spetta all’appaltatore la scelta se rinunciare al servizio o dimettersi dalla carica pubblica".

Legittima la soddisfazione degli indagati e dei loro legali. "Questo procedimento – dice l’avvocato Sandro Guerra, che ha difeso Bianchi e Conti – è la dimostrazione che quando è amministrata da magistrati seri, preparati e scrupolosi, cioè nella stragrande totalità dei casi, la giustizia funziona eccome. Con i colleghi Luigi Velani ed Eleonora Naldini, difensori di Viviani e Bandelloni, abbiamo passato giornate ad analizzare atti amministrativi e svolgere indagini difensive, preoccupati della complessità della materia. Non c’è stato neppure bisogno di utilizzarle, perché il pm era autonomamente giunto alle nostre medesime conclusioni, e le sfaccettature diverse sono scomparse dopo i numerosi confronti che con il magistrato abbiamo avuto nel corso delle indagini preliminari. Questa dovrebbe essere la regola e i tribunali non perderebbero tempo ad esaminare per decine di udienze vicende totalmente prive di rilevanza, sia penale che extrapenale". La richiesta del pm non coglie di sorpresa Neri: "Ce l’aspettavamo, ma ci interessava sollevare il problema dell’incompatibilità, tant’è che il sindaco ha dovuto poi rinunciare agli appalti che aveva in essere con il Comune. Volevamo che la cosa finisse sotto la lente d’ingradimento. Resta il fatto che sul piano politico-amministrativo sia un’indecenza a cui i cittadini dovrebbero ribellarsi. Il nostro modo di amministrare è differente, avendo sempre tenuto le nostre attività fuori dal Comune". A questo punto non è da scartare l’ipotesi che anche l’inchiesta che coinvolge per fatti simili Giovannetti, Viviani Michele Parenti e Andrea Biagi possa avere un epilogo simile.