La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del tribunale del Riesame di Lucca che, accogliendo la richiesta presentata dai legali di Mario Puglia, aveva disposto il dissequestro del patrimonio di oltre 400mila euro dell’ex sindaco di Vagli. Il sequestro era stato disposto dalla Procura, lo scorso maggio, nell’ambito dell’inchiesta sul Sistema Vagli e riguardava il patrimonio della moglie di Puglia e dell’ex sindaco, entrambi indagati. Ma a settembre il Riesame aveva disposto lo “scongelamento dei beni“, accogliendo l’istanza dei legali di Puglia.
Il sostituto procuratore Salvatore Giannino, titolare dell’inchiesta, aveva fatto ricorso in Cassazione. Un ricorso accolto ieri che, di fatto, annulla il dissequestro dei 400mila euro. L’inchiesta che vede più di trenta indagati, tra cui dipendenti degli uffici comunali, imprenditori locali e anche esponenti delle forze dell’ordine, è venuta alla luce a maggio quando la Procura ordinò un blitz nel paesino di Vagli. Secondo l’accusa, intorno al municipio, sarebbe stato costruito un giro di appalti pilotati da oltre 2 milioni e mezzo di euro, tutti gravitanti intorno al Comune di Vagli e alla figura dell’ex sindaco. L’accusa per molti degli indagati: sfruttare accadimenti naturali, amplificandone la gravità per giustificare l’assegnazione dei lavori in somma urgenza a imprenditori fidati. Accuse che dovranno essere dimostrate in aula, in sede di dibattimento, una volta che la maxi indagine sarà conclusa.