
Ogni giorno un vero assalto al Pronto soccorso del San Luca (foto archivio)
“La sanità pubblica italiana attraversa un periodo difficile, ospedali e personale medico sono costretti a fronteggiare situazioni critiche con risorse sempre più scarse. Ma dietro ai dati e alle promesse politiche, ci sono persone che soffrono, si sentono trascurate o dimenticate, come ho potuto sperimentare al San Luca“.
E di qui inizia il racconto-testimonianza di una conosciuta insegnante di scuola superiore, la professoressa Smedile. “Ore 17.30, sono all’ospedale per mio padre. Dopo un intervento tempestivo che include monitoraggio, elettrocardiogramma e prelievo del sangue, mi trovo ad affrontare la realtà del pronto soccorso, un ambiente fatto da attese interminabili“.
“In corridoio un uomo vittima di un incidente in bicicletta, rottura di otto costole e clavicola frantumata. Nonostante i suoi lamenti disperati, e la richiesta continua di aiuto avrà bisogno di sei ore per poter ricevere le cure necessarie. Nel frattempo però il suo dolore si mescola a quello di altri pazienti, persone con traumi, malati di Alzheimer e bambini in lacrime“.
“Questa scena riflette la realtà di una sanità pubblica in crisi – sottolinea –, con un numero di pazienti che supera le capacità del sistema. Servono più risorse, più personale e una maggiore attenzione alle esigenze dei pazienti che dovrebbero essere visti come persone, non numeri, o semplici etichette apposte su un bracciale di plastica. Mentre continuo ad aspettare una visita per mio padre poi avvenuta intorno alle 1.10, osservo ogni ruga nei volti dei pazienti. E mi pervade un senso di impotenza e angoscia, temendo di trovarmi un giorno in quella stessa situazione e non sapere se qualcuno mi guarderà con gli occhi pieni di compassione o con quelli vuoti di chi non ha tempo da perdere“.
“Nonostante la difficoltà e la sofferenza c’è una bellezza nascosta –è il passaggio conclusivo, quella degli angeli del pronto soccorso che non hanno mai smesso di prestare aiuto con il sorriso e una infinita pazienzama anche quella di un’esistenza che pur fragile e sfuggente affronta ogni sfida“.
L.S.