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Roberto Favilla e Michela Fucile di Confartigianato con il prefetto Giusi Scaduto
Colloquio proficuo ed interessante quello tra la presidente di Confartigianato Imprese Lucca, Michela Fucile, il direttore Roberto Favilla hanno avuto con il prefetto, Giusi Scaduto e il viceprefetto aggiunto, Caterina Gestri in Prefettura. Tante le questioni affrontate, a cominciare dagli effetti di una crisi, che continua a far chiudere, ogni anno, decine e decine di imprese. Anche quest’anno i dati della Camera di Commercio Toscana Nord Ovest sanciscono un calo ulteriore del numero delle aziende artigiane in Provincia, che si attestano a 10.416 con un saldo negativo di 97 unità rispetto allo scorso anno. Eccelle la nautica, che cresce in doppia cifra, bene giardinieri e i servizi alla persona, tengono tutto sommato le imprese edili che ancora beneficiano degli effetti del 110% e dei soldi del Pnrr ma è tutto da vedere quando questa eccezionale pioggia di denari avrà finito i suoi effetti cosa accadrà al settore.
"Tra i settori più colpiti abbiamo segnalato il manifatturiero e il trasporto – affermano Fucile e Favilla –. Nel settore del trasporto incide molto la mancanza di infrastrutture a cui da oltre 60 anni non siamo stati in grado di ovviare. Qualcosa comincia a cambiare ora ma ancora è poco". "Le preoccupazioni, spiegano ancora – per l’anno 2025 sono legate all’aumento dell’energia, delle materie prime, ma soprattutto dei dazi paventati dall’amministrazione Trump. Il TAC (tessile abbigliamento e calzaturiero), fino a 25 anni fa settore di punta dell’Artigianato, soprattutto a Capannori, è stato decimato e questa spada di Damocle dei dazi non potrà che peggiorare la situazione. Ci preoccupa non tanto l’alta moda ma soprattutto l’esportazione di calzature di routine. Ovviamente le conseguenze non saranno immediate ma temiamo grossi rischi già per il prossimo autunno. Auspichiamo, alla luce dell’articolo 45 della Costituzione, l’intervento da parte del Governo e/o della Regione Toscana attraverso, ad esempio, contributi a fondo perduto per alcune tipologie di aziende".
Preoccupazioni anche per la mancanza di manodopera. "Si è cercato di capire – aggiungono - se questo sia dovuto alle retribuzioni, ritenute non sempre adeguate, agli orari di lavoro, specialmente in determinati settori e soprattutto sarebbe importante la creazione di "Scuole di mestiere". Purtroppo gli Istituti Professionali esistenti non funzionano in quanto dotati di macchinari vetusti e inadeguati rispetto alle necessità aziendali odierne". Nel colloquio, spazio anche per il problema della stretta creditizia da parte delle banche, anche quelle un tempo legate al territorio e per la piaga del lavoro nero che interessa particolarmente il comparto dei servizi alla persona e le aziende che ruotano attorno all’area casa. Confartigianato ha ribadito come sia necessario distinguere. Il prefetto ha confermato la propria disponibilità per consolidare e rafforzare la collaborazione istituzionale già avviata".